Jazz
Dei quasi cinquanta titoli di cui è composta la discografia della pianista sessantanovenne originaria di Osaka, almeno un terzo sono dischi in duo, a testimonianza di un’esplicita predilezione per la formula; per Murray, di sette anni più giovane ma parecchio più prolifico (oltre che più celebre, soprattutto tra gli ’80 e i ’90, all’epoca del World Saxophone Quartet e dei dischi per la DIW e per la Black Saint) molti di meno, ma uno, bellissimo, (“Blue Monk”, 1993) proprio insieme a lei. I due si ritrovano oggi e l’incontro è davvero stellare: Murray, al sassofono tenore e al clarinetto basso è al suo apice, capace di percorrere indifferentemente il linguaggio più radicale di “Stressology” o quello più romantico e ‘gorgogliato’ alla ‘Ben Webster’ di “To A.P. Kern”, passando per la tradizione rivisitata di “Let’s Cool One” di Monk, unico standard presente. Il pianismo della Takase, a tratti magmatico e ribollente, è capace anche di improvvisi bagliori ‘stride’ (nella citata cover monkiana) o di appassionati accenni blues; e quando "A Long March to Freedom" - una coinvolgente ballad, meravigliosa nella sua linearità - chiude il disco non vorrete far altro che ricominciare ad ascoltarlo. (Danilo Di Termini)
Kathryn Williams è una cantautrice inglese sempre indecisa tra il folk e il pop, con un buon numero di dischi all’attivo (tra cui la bella raccolta di covers Relations) e riconoscimenti un po’ in tutti i campi, con partecipazioni in colonne sonore anche importanti, come quelle di C.S.I. e Coronation Street. Dicevamo prima dell’incerta collocazione della Williams: folk, pop, soft rock? Qui il problema non si pone, infatti questa collaborazione con il vibrafonista Anthony Kerr è totalmente dedicata ad alcuni degli standards più conosciuti in ambito jazzistico; l’esile ma convincente voce della cantautrice non sembra particolarmente a suo agio nell’affrontare questo tipo di materiale e l’accompagnamento scarno del vibrafono (aiutato solo da un contrabbasso piuttosto statico e occasionalmente da un trombettista un po’ timido) non aiuta. Alcune versioni si fanno comunque ascoltare, a scapito delle meno riuscite. I brani migliori sono Autumn Leaves, I’m A Fool To Want You e My Funny Valentine, ma con Chet era tutta un’altra musica… (Fausto Meirana)
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