Jazz
Ma come, un altro disco dedicato a Gershwin? Sì, un altro disco dedicato a Gershwin. Per fortuna. Nostra, e di chi, al di là della vacua supponenza di chi crede di ave ascoltato tutto, e tutto soppesato, ritiene di poter dare giudizi a priori. Gershwin quando è morto non aveva neppure quarant’anni: dunque tutta la sua musica è opera di un giovane geniale che affrontava le note con la stessa travolgente intensità di certi rocker che preferiscono “bruciare, piuttosto che arrugginire”. Ed ogni riferimento alla realtà è puramente voluto. Gershwin, ascoltato con orecchie pure, è “Forever young”, come canta Dylan. Bello allora che Enrico Pieranunzi, uno dei migliori pianisti jazz italiani, uno che anche quando sussurra sui tasti produce rombi di intensità emotiva accanto al fratello Gabriele, violinista, e a un altro Gabriele, l’immenso Gabriele Mirabassi al Clarinetto abbia riletto Gershwin. Formazione timicamente atipico, esiti magnifici con un camerismo onirico e terreno al contempo. “Un americano a Parigi” e la “Rapsodia in Blu” come non li avete mai sentiti. (Guido Festinese)
Nato a Città del Messico, cresciuto musicalmente al Berklee college di Boston e poi alla corte di Pat Metheny, Antonio Sanchez ha perforato il muro della ristretta audience jazzofila con la partecipazione al film di Alejandro González Iñárritu “Birdman”, di cui ha curato anche la colonna sonora. Ora prova ad abbattere altri muri, quello drammaticamente autentico che corre lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, e quello dell’ipocrisia nei confronti dell’immigrazione, un tema universale e contemporaneo su cui il batterista si è pronunciato fin dal suo primo disco per la CamJazz nel 2007 intitolato proprio “Migration”. Come scrive sul suo sito “Questo album parla dell'esperienza degli immigrati. Questo album non parla di me o di immigrati come me. Questo progetto parla dell'immigrato che è stato costretto a fuggire a casa per paura, persecuzione, guerra e carestia. Si tratta del tipo di immigrato costantemente demonizzato, ostracizzato e politicizzato da pochi potenti in nome di un nazionalismo fuorviato che sta rapidamente erodendo una qualità fondamentale negli esseri umani: la capacità di provare amore per le persone che hanno un aspetto diverso da noi fare ed empatia per le persone meno fortunate di noi. Questo album parla di loro e del loro viaggio”.
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