Jazz
Ancora due ristampe in vinile della Tone Poet in uscita venerdì 6 maggio
TONE POET, la collana creata nel 2019 in occasione degli 80 anni dell'etichetta blu prosegue le pubblicazioni. La collezione di ristampe Blue Note in vinile è nata con l'intento di celebrare il viaggio musicale e sonoro dei grandi artisti che hanno percorso il proprio cammino creativo nei solchi dei grandi album Blue Note, contribuendo a fare del marchio una leggenda. La serie nasce dall'ammirazione di Don Was (Presidente di Blue Note) per le eccezionali ristampe per veri audiofili realizzate dalla compagnia indipendente Music Matters. Di conseguenza, Joe Harley (noto come 'The Tone Poet') è stato chiamato in veste di curatore di una serie speciale di ristampe dedicate alla famiglia di etichette riunita sotto il marchio Blue Note. Una meticolosa attenzione al dettaglio ha coinvolto tutti gli aspetti della riproduzione, dalla grafica delle buste alla cura della stampa, dalla qualità inarrivabile del mastering affidato a Kevin Gray al pressing su vinile da 180 grammi siglato Record Technology Inc. Gli audiofili appassionati sono assolutamente entusiasti di questa serie, al top nel suo genere.
FREDDIE HUBBARD - BREAKING POINT
Uno dei migliori album Blue Note della lunga serie siglata negli anni dal formidabile trombettista, inciso nel 1964 poco dopo che Hubbard aveva lasciato i Jazz Messengers di Art Blakey. Proiettato in un futuro in cui il jazz modale (con qualche venatura free) è di scena, il quintetto era completato da James Spaulding (sax contralto e flauto), Ronnie Mathews (piano), Eddie Kahn (contrabbasso) e Joe Chambers (batteria). Hubbard segnò così il suo ingresso fra i veri protagonisti.
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GERALD WILSON - MOMENT OF TRUTH
Ne primi anni '60 il grande compositore, arrangiatore e direttore d'orchestra Gerald Wilson iniziò ad incidere alcuni album che ancora oggi sono considerati fra i migliori di tutta la sua lunga ed onorata carriera. MOMENT OF TRUTH, del 1962, è il secondo di questi e vede la big band di Wilson impegnata in nove brani, dei quali sette erano di suo pugno e tra gli altri due spicca una favolosa versione del davisiano Milestones.
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Un tour tormentato, con il trombettista Johnny Coles rimpatriato d'urgenza a causa di una grave ulcera: gli arrangiamenti furono trascritti per quintetto invece che per sestetto, e – con un notevole coup de théâtre degno del bandleader – la tromba di Coles venne presentata sul palco, poggiata su di una sedia; il concerto (qui restituito alla sua interezza (il solo piano introduttivo A.T.F.W. non figurava nella prime edizioni, e di So Long Eric si conosceva una versione tratta da un'altra serata) iniziò dopo mezzanotte... tutto sembrava congiurare contro. Ma c'è più di una ragione se questa tribolata notte parigina del 1964, già dalle prime imperfette ed imprecise pubblicazioni su triplo vinile, è passata alla storia con il semplice titolo di THE GREAT CONCERT OF CHARLES MINGUS. I cinque sul palco (Mingus dirigeva dal contrabbasso Eric Dolphy al sax contralto, al flauto ed al clarinetto basso, Cliff Jordan al sax tenore, Jaki Byard al piano e l'amico Dannie Richmond alla batteria) diedero vita ad un interminabile set di due ore di musica (il bis non venne registrato, perché ormai erano quasi le tre del mattino) che passò alla storia. Oggi, nel centenario della nascita di Charles Mingus (1922-1979) è arrivato il momento di restituire alle stampe questa straordinaria pietra miliare del jazz moderno.
CD in uscita il 13 maggio e in vendita anche su sumup
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