Il Diario di Disco Club

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Diario del 17 novembre
Primo cliente della giornata Andrea (quello che mi chiamava Marcello). "Ciao Gianfranco", è già un miglioramento, almeno metà del nome lo ha azzeccato, "Hai la raccolta dei Tears For Fears che è uscita a novembre?", "Sì", "Allora me la tieni, Marcello?". Eh belin no, siamo daccapo, "Sì, te la metto via", "Grazie Marcello" e se ne va, ma rientra subito, "Ci ho ripensato, dammela subito", paga e se ne va, sulla porta mi saluta, "Ciao Giancarlo", eureka!!!
Telefono, "Discooocluuuub", voce da anziana "Pronto, ha il disco di Celentano e Mina Le migliori?", "Sì", "Mi dice quanto costa, che cerco di mandare qualcuno a prenderlo", poi ci ripensa "Può mica spedirlo? Sa, abito lontano", "Dove signora?", "A Voltri".
Aggiornamento sui records del Pluriespulso, la camicia jeans ha chiuso a 58 giorni, non credo che avrà un'altra chance di miglioramento, perché mi sembrava alquanto provata dalla lunga permanenza addosso al Pluriespulso e penso che sia stato il suo canto del cigno.

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Diario del 16 novembre
Tanti anni fa, quando io ero bambino (non parlo dell'ottocento, ma degli anni '50/60' del novecento), nei negozi alimentari quando si faceva la spesa si concludeva con la formula magica "segnalo sul conto", e il commerciante prendeva il suo libretto dove segnava il dare e avere (tipo banca) dei clienti. Oggi Sergio, ormai l'ennesimo pensionato del negozio, viene a ritirare il cd dei Moby Grape ordinato dall'Olanda, ma non paga, mi dice "Segnalo, lo vengo a pagare quando prendo la quattordicesima", "La quattordicesima? Belin Sergio è a giugno", "No, volevo dire la tredicesima. Oggi ho speso un capitale qui" e mi indica il sacchetto di un negozio di abbigliamento, io "Non potevi farti segnare da loro e pagare me?", "No, loro non marcano. Stai tranquillo, è come averli in banca. Lo sai che sono qui tutti i giorni", "Appunto, se ogni giorno ti fai segnare qualcosa... e poi, Sergio, ormai abbiamo una certa età". Se ne va toccandosi, ma non paga.
Il Maratoneta è anche lui pensionato, non di anzianità, e oggi prende il cd dei Queen "A Kind of Magic" e dice "segnalo"; "Ou, per cosa mi avete preso? Per il banco dei pegni?", e il Maratoneta parte con uno dei suoi soliloqui incomprensibili, "Tranquillo, sono qui tutti i giorni (oggi l'avevo già sentita). Cassetto a casa cinque, freccia d'oro Roberto uno, macchine biglietti, tac, colpo secco e resto, poi amici tranvieri e..", lo interrompo e lo spingo fuori, "Vai allora in stazione". Va e torna col bottino 80 centesimi.
p.s. Non pensate domani di venire e dire "Marcalo sul conto"

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Diario del 15 novembre
Richieste varie. Signore, "So che c'è la cover con un angelo, sapete di chi è?", "In che senso?", "E' di un gruppo, so che c'entra Staglieno", io e Dario all'unisono "I Joy Division!", gli facciamo vedere il disco e lui "Grazie" e se ne va.
Anziana, "Vorrei un disco con Hallelujah di quel ragazzo che ha vinto ad Amici"; sarà anche anziana, anzi vecchia, ma questa non gliela passo, "No e non posso procurarla, abbiamo l'originale di...", mi interrompe "Ah sì, l'ha cantata anche quel negro", "Non è un nero, è, anzi era, canadese, oppure la versione di Jeff Buckley, la più famosa". Lei è confusa, "Senta, se io prendo una di queste e poi non va bene, posso portargliela indietro e prendere l'altra?", "Quale altra?", "Quella di quello di Amici", "NOOOOOO".
Cliente (parola un po' grossa per identificarlo) che viene da anni (ho detto viene, non compra), cerca i cd di Sacco ex cantante dei Nomadi, poi mi mostra il biglietto del concerto, "Sai dov'è questo teatro?", "Non sai dov'è il Politeama Genovese? Vicino a piazza Corvetto", lui mi guarda interdetto "E dov'è piazza Corvetto? Sai io sono di Sestri", "Levante?", "No, Ponente", "PONENTE? E non sai dov'è piazza Corvetto? Comprati un navigatore!".

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Diario del 14 novembre
Ieri il pigiama party, la settimana scorsa la cagatina del cagnolino calpestata da Dario, nei mesi scorsi il record della t-shirt del Pluriespulso (tra l'altro oggi arrivato a un incredibile nuovo record: 58 giorni di "indossamento" della stessa camicia jeans, sempre più scolorita e sdrucita), ma non sempre le cose in negozio vanno così. Può capitare che entri la moglie di un vecchio cliente e amico, conosciuto ormai 45 anni fa, e tutto cambia, la voglia di ridere passa e il colore della giornata s'incupisce. Sì, ci ha lasciato Mimmo, il maggior fan di Emmylou Harris, detentore anche di un altro primato: l'espulsione di maggior durata. Sì, i nostri rapporti non sono mai stati troppo idilliaci. Troppo diversi noi due, opposte idee politiche e calcistiche, lontanissimi musicalmente, persino nel motociclismo nemici (lui per Biaggi, io per Rossi), in tutti questi anni non c'è mai stata una cosa su cui eravamo d'accordo. Sì, però alla fine eravamo amici, e adesso con chi potrò discutere accanitamente? Mancherà a me e agli amici coi quali passava il giovedì pomeriggio in negozio o davanti alla vetrina, come ancora è successo il 26 ottobre, giorno della sua ultima presenza. Lo voglio ricordare con la sua frase più celebre, ripetuta a tutti i nuovi amici che incontrava qui: "Non ho mai goduto tanto come quando sono andato a Vienna a vedere il concerto di Emmylou Harris, i biglietti erano carissimi, ma chi se ne frega, si vive una volta sola, ed io ero stravaccato su una poltrona della prima fila a vedere cantare la signora del country". E' vero Mimmo, si vive una volta sola e per fortuna tu non hai rinunciato a quel concerto e hai coronato il tuo sogno. Ciao rompipalle.
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Diario del 13 novembre

Diario del 13 novembre
Due new entry assolutamente all'altezza dei clienti storici.
Ecco il primo. Entra all'alba, "Avete il dischetto Il navigatore?", io "Mah, in italiano con questo titolo non ne conosco, The Navigator in inglese è un disco degli Hurray for the Riff Raff", lui, più perplesso di me, "No l'inglese non lo capisco, lo vorrei in italiano". Non mi ci raccapezzo "Che cosa?", lui "Le indicazioni delle strade". Lo deludo "Io tengo solo musica"; diventa riflessivo, si guarda intorno, vede il nuovo (si fa per dire, ma questo vale anche per tutti i suoi precedenti) cd di Zucchero, "Vorrei comprare un disco. Zucchero non è genovese?", io "Direi di no", lui "Allora forse De Andrè?", io "Lui sì", la sua conclusione è criptica, "Poi, più in basso c'è la Corsica. Giusto?", "?!?!?". Alla fine riesco a vendergli la raccolta tripla di Fabrizio. Paga con la carta di credito, il pos non è d'accordo "Operazione negata", prendo un altro apparecchio, la risposta è la stessa "Operazione negata", lui vuole insegnarmi come si fa, ci proviamo col terzo, e ultimo, pos, niente da fare, "Operazione negata". Mi chiede se c'è un bancomat vicino, "Sì, dietro l'angolo, quello della banca Etica", "Vado e torno". Torna infatti, ma a mani vuote, anche quel bancomat gli ha risposto molto eticamente "Operazione negata". Allora si rassegna a cambiare carta di credito, ma non frega il pos "Operazione negata". Ha tutta una serie di carte, ne usa una terza e poi una quarta. Indovinate la risposta: "Operazione negata". Conclude con "Facciamo così, lei me lo tiene da parte, adesso vado a prendere il treno", per la Corsica?
In serata anche il secondo esordiente. Lui non ci sorprende con le richieste, compra due biglietti per il concerto dei Red Wine e poi un disco country. Dove sta l'anormalità allora? Mentre io ero dietro il banco vedevo solo la sua parte superiore, un po' spettinato come se si fosse appena svegliato, ma con maglione e giacca. Poi però esco fuori e vedo il resto dell'abbigliamento: ciabatte e calzoni del pigiama! (vedi foto)

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Diario del 4 novembre
Dario è un grande fan di Sherlock Holmes e oggi ha avuto il modo di esibirsi col sottoscritto nella parte di Watson. Eccovi il misfatto. Nel primo pomeriggio col negozio abbastanza pieno di gente un olezzo non troppo piacevole ha colpito le nostre narici. Io guardo a uno a uno i presenti, Marco, Francesco, l'Elettrico mi sento di escluderli, poi c'è un giovane altissimo con una palandrana, che potrebbe anche essere la causa della puzza. Facendo l'indifferente, mi avvicino, no, non è lui. Poi mi accorgo che un po' tutti i presenti guardano i vicini con diffidenza, annusandoli, ma il colpevole non esce fuori. Dopo una decina di minuti il negozio si svuota, una cosa rimane: il tanfo. Siamo rimasti io e Dario, "La senti questa puzza?", Dario "Verrà da fuori", mi avvicino a lui ed ecco lì per terra il "colpevole": una cacchina di cane calpestata e spiccicata sul nostro pavimento. Dario si lascia andare a una quasi bestemmia, "Porco...., sono stato io?" Si toglie la scarpa, sì è stato lui. "Dove l'hai presa?", "Forse quando sono andato dall'usato". Adesso gli tocca il lavoro sporco, pulire e disinfettare. A me viene un dubbio, ci sono solo due impronte e, soprattutto, all'ingresso e sul tappeto non ci sono segni. Faccio la strada tra noi e l'usato, niente di pericoloso. Come è possibile che ci siano solo due residuati a metà del negozio? Dario va con Francesco a prendersi un caffè, quando torna si trasforma in Sherlock, "Ho capito, c'era un signore con un cagnetto, è stato questo figliol d'un can a fare i suoi bisogni e io li ho calpestati: elementare Watson!".

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