Il Diario di Disco Club

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Diario del 26 ottobre

Diario del 26 ottobre
-54 ai 55 anni di Disco Club
Signora, "Cerco un cantante, però non so come si chiama", e figurati; continua, "Canta adesso è un tipo strano", l'unico; conclude "Ha un nome che sembra di un animale"; "Mahmood?", lei euforica "Sì, quello!". Come ho fatto a indovinare? Ormai ho il traduttore istantaneo per le belinate chi mi chiedono.
Un pensionato è innamorato di Federica dell'Orchestra Bagutti, "Come canta e che testi fa! Con lei c'è anche uno dei Volo". Poco credibile, ma non mi dispiacerebbe che non solo uno, ma tutti e tre i Volo entrassero nell'Orchestra Bagutti, almeno la smetterebbero di cantare simil-lirica e non li troveremmo come ospiti in tutte le manifestazioni televisive.
A proposito di lirica, una ragazza chiede a Dario. "Vorrei un cd di una cantante lirica algerina", già la richiesta ci sorprende, ma Dario fa una ricerca e la trova "Possiamo ordinartela", ma lei "No, io sono di Quinto". Questa ci mancava; "Sa io abito lontano, sono di Utri" è un classico che ci accompagna da prima del 1 luglio 1926, quando Voltri entrò a far parte della Grande Genova, ma "No, io sono di Quinto" è una new entry.
Continuiamo a scorrere gli anni successivi alla nascita di Disco Club. Il quinto "ab negotium conditum", il 1970, è il centrale di tre anni nei quali ci hanno lasciato parecchi idoli degli amanti del rock di allora (e anche di adesso): nel 1969 Brian Jones, nel 1971 Jim Morrison e, appunto nel 1970, Janis Joplin e, soprattutto, il genio assoluto della chitarra, Jimi Hendrix. All'epoca ho fotografato mio nipote neonato, Daniele, in braccio a Jimi, ma lui (come si vede dalla foto) non gradì molto...

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Diario del 23 ottobre

Diario del 23 ottobre
-57 ai 55 anni di Disco Club
Oggi ho scoperto una nuova particolarità genovese di cui non ero a conoscenza. Un cliente spende 16€, me ne dà 20 e gli chiedo se ha un euro; lui tira fuori il borsellino e incomincia una lotta per estrarre la moneta, non ci riesce, allora mi dice, "Non preoccuparti, è un borsellino genovese, si stenta a fargli tirare fuori i soldi", alla fine ci riesce.
L'Ufficio informazioni Dario viene interpellato anche oggi più di una volta, in un caso almeno l'informazione è musicale. Un cinquantenne gli chiede, "Cerco un cd dei Grand Funk, che non si trova, mi sa dire com'è?". Sì, questa volta la risposta è davvero difficile.
Sempre a lui si rivolge al telefono una signora (lo uso da filtro), cerca una raccolta di Minghi. Dario, come al solito s'impegna e le trova un box di sei cd a solo 15€, ma lei "No, sono troppi", Dario, sorpreso, "I 15€?", lei "No, i 6 dischi". Ora dico, nessuno la obbliga a sentirli tutti e sei, visto che un best singolo costa più o meno uguale. Forse ha ragione, un Greatest Hits di Minghi di sei cd è troppo, anche se a dire il vero per me è troppo anche uno da uno....
Veniamo a me, sono alle prese con l'organizzazione della festa dei 55 anni. Non potendo far suonare nessuno, penso fi fare qualcosa di rievocativo di quel giorno, riviste non solo musicali, mangiadischi, Gelosino e altre cose. Ho recuperato anche una rivista inglese della settimana natalizia 1965: il numero 43 di Music Echo. Eccovela nella foto in un'atmosfera natalizia con le Supremes di Diana Ross. Notate una cosa nella prima pagina del giornale tra i consigli per i regali, in basso a sinistra c' un lp di Benny Hill, col titolo degno della sua comicità: "Benny Hill sings?".
Questa sera, tornato a casa, sento i numeri odierni del covid. Mi prende una certa tristezza, paura. Il 19 dicembre il negozio sarà aperto?

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Diario del 21 ottobre
- 59 ai 55 anni di Disco Club
Ve l'ho detto già ieri che hanno preso Dario per l'ufficio informazioni. Oggi però uno si supera, si avvicina alla sua postazione e gli chiede, "Sa come si cancellano i messaggi dal telefonino?". E' un po' troppo, persino Dario rifiuta l'aiuto!
Oggi sono tutti alla ricerca di qualcosa di lieve, forse da contrapporre alla tensione da covid.
Prima un cliente mi dice, "In questo momento ho bisogno di spazio di luce" e mi porta un vinile usato dei Dik Dik, io "No, questi non vanno bene, si sa che sono senza luce...". Va be' dai, era una battuta.
Il secondo, cliente (manco troppo) da vecchia data un po' stundaio, vuole musica pop, di quella facile, "Il rock è triste e polveroso, compro questo cd degli Orb, questo è da clubbing (parole sue), almeno, se ci chiudono di nuovo in casa ho qualcosa da ballare", conclude con una sentenza, "Ecco, i Genesis avrebbero dovuto fare questa svolta quando è entrato Wilson" e se ne va soddisfatto.
Triste è sicuramente il ricordo che vi propongo stasera, andando avanti di un altro anno dalla fondazione di Disco Club. Siamo nel 1967.

L'amaro addio di Luigi Tenco
"Il pubblico non mi ha capito"
Dalida presagiva una disgrazia: fu la prima a scoprire il cadavere (da uno dei nostri inviati) – Sanremo, 27 gennaio
Gli uomini delle pulizie cominciavano a vuotare i posacenere e a spiumacciare i cuscini dei divani, da un finestrone usciva una nuvola di fumo trasparente. Erano le sette, e ancora c'era gente in piedi, nei saloni dell'hotel Savoy, gente che continuava a parlare e fumare, facce stanche e pallide, voci sommesse, arrochite dal sonno e qualcuno dal pianto.
Il dottor Molinari, commissario di Sanremo, aveva completato gli accertamenti e neppure lui riusciva ad andarsene. Uno degli agenti che gli stavano alle spalle, teneva in mano il pacco contenente la pistola Walther calibro 7,65; una scatola verde avvolta alla meglio in un pezzo di giornale. Tenco se l'era portata da Roma.
...
"Prendete quel biglietto", balbetta Dalida mentre la portano su: "Attenti c'è un biglietto". E' la lettera d'addio del suicida, la sua protesta contro il mondo; sono quattro, cinque righe scritte con la biro, con una calligrafia veloce, ma chiara: Ho speso gli ultimi cinque anni della mia vita per il pubblico italiano, il quale mi ripaga preferendo alla mia canzone "Io tu e le rose" e "La rivoluzione". (Giancarlo Del Re, 28 gennaio)

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Diario del 20 ottobre

Diario del 20 ottobre (prima parte)
All'inizio è il telefono a farla da padrone.
"Discooocluuub", "Scusa, sono quel ragazzo che passa spesso da te". Effettivamente è l'unico ragazzo, gli altri sono vecchietti.
"Discoooocluuuub", "Voi ritirate pianoforti?", "???".
Passiamo alla postazione esterna di Dario. Ormai è diventato l'Ufficio informazioni ufficiale di via S.Vincenzo, penso che chiederò al Civ il rimborso di una parte dello stipendio di Dario. Le domande variano "Dov'è la banca Etica?" (c'è un cartello, ma è più semplice chiederlo a lui), poi "Il ferramenta?", "Fotocopie?", "Puntine per il giradischi?". Ovviamente la più gettonata è "Dove è il numero 2?". Al numero 2 si trova l'istituto di analisi Iro. Oggi una coppia si supera, sono fuori con Dario e il marito, indicando il negozio, chiede "E' questo l'Iro?"; mi sa che effettivamente ha bisogno di qualche controllo medico.
Nel pomeriggio mi aspetta una sorpresa. Vado al piano di sopra per fare una ricerca e mi capitano in mano quattro lp delle commedie di Govi. Su una c'è l'etichetta col titolo del disco. Lo guardo bene, quella calligrafia la conosco, stasera ho chiesto conferma a mia moglie, sì l'ha scritta lei 46 anni fa!

Diario del 20 ottobre (seconda parte)
-60 ai 55 anni di Disco Club (passiamo al 1966)
Govi appunto, un nome indimenticabile per i genovesi e lo ricordiamo, come per il concerto del 1965 dei Beatles, con un articolo del Secolo del 29 aprile 1966. Questa la triste notizia:

"Quanto ci vuole a morire "
Mormora Govi spegnendosi
Ha dato volto e voce esemplari alla ruvida schiettezza genovese
Gilberto Govi è morto ieri pomeriggio verso le diciotto e trenta, nella sua abitazione di piazza della Vittoria 10; la scorsa settimana l'attore quasi ottantunenne si era messo a letto per una indisposizione che pareva dovuta alla recrudescenza influenzale di questi ultimi tempi; invece, sono subentrate complicazioni bronco-polmonari alle quali il cuore (già provato due anni addietro da un attacco che aveva costretto Govi a sospendere una ripresa televisiva) non ha resistito. Il popolarissimo creatore di tanti personaggi genovesi pareva presentire prossimo il trapasso. Soltanto pochi giorni prima aveva finito do disporre nello studio, tutti i premi e i ricordi d'una carriera teatrale fulgidissima, durata quasi sessant'anni.
Sino all'ultimo, Govi, assistito amorosamente dalla moglie Rina e da alcuni intimi, non ha perduto la lucidità della mente; poche ore avanti il decesso, ieri pomeriggio, con una delle sue caratteristiche battute, intrise di umana ironia, aveva esclamato: "Quanto ghe voe pe'moi!" Quanto ci vuole a morire. (29 aprile 1966)
p.s. La gag che vedete sotto, "gassetta e pomello", è stata un'improvvisazione del comico alla quale non ha potuto resistere nemmeno la moglie che è scoppiata a ridere in scena.

http://www.youtube.om/watch?v=tDr4ThOAVVI

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Diario del 19 ottobre
- 61 ai 55 anni di Disco Club
Ieri ho parlato del concerto dei Beatles del 1965 a Genova e oggi in negozio si riparla di loro. Un nuovo cliente cerca Beatles Anthology 3 in qualsiasi maniera, lp, cd, mc, ma in negozio non abbiamo nessun formato. E' molto deluso, decide di ordinarlo, "Non è urgente, adesso le rivelo un segreto, il motivo per cui lo cerco". Mi incuriosisce, "Dimmi", e lui, fiero, "Ho fatto io la copertina!". Non ha per niente l'aspetto del grafico di Paul McCartney e Co., ma gli voglio dare una chance, "Ah sì?". "Sì, ho messo insieme una raccolta di pezzi dei Beatles per me e due miei amici, poi ho fatto anche la copertina", si ferma per dare un po' di suspence, poi riprende ammiccante "ed è proprio questa, me l'hanno copiata. Non so come abbiano fatto, devono essere entrati nel mio computer". Insomma una cosa da Nasa.
I Beatles attirano sempre i mitomani, vi ricordate del presunto figlio genovese di George Harrison? No? Ne avevo parlato in un Diario di tanti anni fa (sette e mezzo) e molti di quelli che mi leggono adesso non facevano ancora parte del gruppo Disco Club. Ve lo riporto:
"Nel pomeriggio, in un momento di latitanza di clienti, metto un po' d'ordine nei cassetti ed ecco che mi salta fuori un vecchio poster dei Beatles, che ha campeggiato per anni a sinistra dell'ingresso. Era in omaggio su Mojo nei primi anni 2000 e dopo qualche giorno da quando l'avevo affisso, si affaccia sull'uscio un giovane (circa 35 anni) e mi chiede "E' in vendita questo?" indicando il manifesto, "No, è in omaggio su una rivista inglese", "E non puoi vendermelo?", penso che sia il solito maniaco di Beatles "No", "Peccato, per me è una questione affettiva", sì è proprio affetto da beatlemania, penso, ma lui continua "Vedi questa?" e mi indica la fossetta sul suo mento "non ti dice niente?", lo guardo interdetto (cosa mai dovrebbe dirmi una fossetta sul mento?), ed ecco la spiegazione: si avvicina al ritratto dei Beatles, indica il mento di George Harrison e "Vedi? E' uguale. Mia mamma era una roadie" e se ne va.
Adesso capisco: i Beatles sono venuti a Genova a giugno del 1965, il ragazzo ha sui 35 anni e siamo (all'epoca) nel 2001. Sta a vedere che avevo in negozio il figlio di George Harrison e non me ne sono reso conto! Tra l'altro, se le cose stanno così, chissà quanti figli dei Beatles sono sparsi per il mondo, anche se, a dire il vero, ce ne cresce di quelli conosciuti"

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Diario del 5 settembre
Ormai sta diventando una consuetudine. Quando arrivo al mattino, Doppia Forcina è lì che ci aspetta. Forse spera che arrivi prima Dario, lo deludo, arrivo prima io (alle 8:30), gli mostro l'orario "Apriamo alle nove" e lo chiudo fuori. Faccio le aperture, conto il fondo cassa, passo il Folletto. Quando finisco potrei aprire, ma non sono ancora le nove. Prendo la scopa e pulisco il marciapiede fuori, poi decido di sanificare la vetrina. Doppia Forcina è in agguato, pronto a entrare. Ecco sono le nove, quasi quasi sanifico anche il gradino e la gomma dove mettiamo la postazione di Dario. Porto fuori la sua scrivania, la sanifico, il tappeto di Disco Club, lo sanifico, i tavoli prestati dal Bar Verdi, li sanifico. Sono le 9:12, rientro e apro. Doppia Forcina fa l'indifferente, aspetta quattro minuti prima di entrare. Ha le idee molto chiare, in ordine mi chiede: Green Day, Dire Straits e Miguel Bosè.
Ormai è assodato, il vinile è tornato alla grande di moda. Per i nuovi fans del vecchio supporto il vinile ha più fascino del cd, vuoi per il suono più caldo, vuoi per le copertine, alcune vere e proprie opere d'arte, sicuramente di maggior effetto rispetto ai piccoli cd. Oggi un cliente rovescia i termini, è a favore dei cd, "Vuoi mettere il fascino della miniatura!".
Un cliente nuovo (abbiamo la calamita, li attraiamo) vuole il dvd dei Deep Purple con Soldier of Fortune "E' nel primo disco dei Deep Purple, lo canta Giangillan". Dario si deve impegnare parecchio per convincerlo che non è il primo album, che "Giangillan" non era più alla voce, ma David Coverdale, che non esiste il dvd dei Deep Purple con quella canzone, mentre c'è dei Whitesnake. Dove lo canta... "Giangillan" spera lui, Dario, paziente, "No il cantante dei Whitesnake è Coverdale". E' delusissimo, ma deve rassegnarsi a ordinare un cd/dvd dei Whitesnake.
Telefono. "Discooocluuuub" (è un po' che non vi faccio sentire il mio grido di guerra), "Scusi avete i cd dei Beatles?", "Beh sì", "Anche quelli nuovi?", "E' dal 1970 che non fanno dischi", "Sì, ma sa, quelli rimasterizzati di Repubblica", "?!?!?".

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