Rock
Finalmente tornato ad incidere come solista (perchè Iron and Wine è solo lui, anche se sembra il nome di una band) Sam Beam si lascia indietro le due collaborazioni di lusso degli ultimi anni, una con Ben Bridwell dei Band Of Horses e una con la cantautrice Jesca Hoop, consegnandoci un disco raffinato e sostanzialmente acustico. Il cantautore della Carolina non abbandona né la sua barba da profeta, né l’abilità nel comporre melodie che entrano in testa al primo ascolto. Se nell’ultimo disco solista (Ghost On Ghost) gli arrangiamenti erano pesanti e un po’ ‘alla moda’, qui tutto fila liscio, tra contrappunti di archi, armonie vocali e qualche tocco magico come la steel guitar di Summer Clouds.
Steve Wilson, nototiamente, è il musicista più occupato del mondo. Quando non è chiuso in sala con mixer a rivedere il catalogo di qualche gigante del prog classico è comunque al lavoro con una delle mille derive discografiche che lo assorbono. Alla faccia di chi si ricorda anche e sopratutto il Wilson leader dei Porcupine Tree, che ormai esistono solo nei ricordi. Perché, anno più anno meno, si tende a dimenticare che il signore del neoprog ha comunque un trentennio di attività sulla schiena, nonostante l'aspetto da nerd eterno ragazzo da computer. I suoi dischi da solista negli ultimi anni hanno rappresentato un po' una summa di dove si poteva arrivare all'inizio del terzo millennio: belle melodie malinconiche, occasionali sciabolate metal, derive psichedeliche d'antan, classe ed eleganza nella scrittura e nella scelta degli arrangiamenti. Qua e là qualche segno di stanchezza ha cominciato ad affiorare, sotto la polpa solida dell'impianto: ad esempio nel ripetitivo Hand. Cannot. Erase. Qui si cambia tiro e registro: se i momenti prog “classici” esistono, in un paio di occasioni si ascolta un Wilson più pop, più lieve. E come lui stesso ha dichiarato, i modelli di questo To the Bone li trovate nel decennio più "sospetto", per il prog: quello di XTC e Talk Talk. Certo, quando prende in mano le cose lui è difficile avvertire cadute di stile. Ma chi si attendeva l'iterazione di una formula bella ma anche un po' logora qui sarà sorpreso. (Guido Festinese)
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