citizenkane_window

Ogni peggior previsione si è avverata; quanto avevo scritto la scorsa settimana sulla Festa Democratica nazionale di Genova ha avuto il suo sfolgorante epilogo in un'intervista che su Repubblica nazionale il rapper (?) genovese (!) Moreno ha rilasciato a un ignaro Carlo Moretti incapace di replicare alla sua affermazione, piazzata in incipit dell'articolo: "Fa un po' ridere che si dica che io suono alla Festa del Pd. Il mio concerto e la Festa democratica sono due cose diverse: la festa dell'Unità è alla Foce, il mio concerto è al Porto antico. gue-pequeno-con-una-cannaSono entrambi a Genova, ma in due zone distinte, ci vogliono due autobus per andare da una all'altra. Io vado al concerto di Moreno, cioè al mio show". In realtà, lo dico per i disattenti, la Festa ex dell'Unità non è più alla Foce da anni, bensì proprio al Porto Antico, all'interno della Festa Democratica, dove Moreno avrà deliziato i tanti Compagni accorsi ad ascoltare un ragazzo che vive il suo tempo senza fraintendimenti (così come gli organizzatori che evidentemente si erano dimenticato di avvisarlo). Restando in ambito rap (qualunque cosa voglia dire, sul web impazza il dibattito) recuperiamo un'intervista del 19 giugno pubblicata da rockit.it con Guè Pequeno, uno dei Club Dogo ("Che non c'entra niente con i Club Dogo, perché i Club Dogo, che sono tre personalità molto carismatiche unite in una band, esistono tutti indipendentemente"; risolto finalmente l'enigma della Santissima Trinità). Vi risparmio lo sproloquio (e l'orgoglio del giornalista che dichiara in apertura "Questa è l'intervista definitiva a Guè dei Club Dogo) per concentrarmi su un passaggio illuminante: "sicuramente un ragazzino che ascolta il nostro rap oggi uno è abbastanza obbligato ad ascoltare il rap, perché che cazzo deve ascoltare? Un cantautore?.. Che cazzo gliene frega ad un 14enne di sentire una canzone che non lo rappresenta? Invece sente un testo esplicito che nel bene o nel male gli fa scattare qualcosa. Poi tu sai benissimo, visto che ci conosciamo, che a me del sociale non me ne frega un cazzo, ma non per fare lo strafottente, è una cosa sincera". Viva la sincerità allora e viva la consapevolezza di una musica che col sociale non c'entra più niente (salvo sfruttarne le debolezze), tantomeno col politico (salvo prenderne i soldi), ma senza la falsa retorica degli orridi cantautori o peggio dei gruppi impegnati anni '70. Non traiamo conclusioni, sarebbero affrettate e vane, non è né meglio, né peggio, basta saperlo e regolarsi di conseguenza. Bella Zio!

Login