Concerti
Posto anche qui un invito a quella che, per il secondo anno, è la maniera scelta per festeggiare il proprio compleanno dal collettivo Disorder Drama. Una settimana di eventi in luoghi più o meno deputati alla musica per celebrare il genetliaco, l'undicesimo, del collettivo Disorder Drama, sempre pronto a far danni in città. Trovate tutte le info su http://www.disorderdrama.org ovviamente. Dateci una mano ad arrivare in fondo. Venite a parlarci di persona.
Troviamo la maniera di resistere anche quando sembra proprio che non ce ne sia più per rimanere a Genova.
Abbiamo tanti progetti, abbiamo bisogno di tante mani (e tanti cervelli) per tirarli su.
La Seconda Settimana Disorder Drama
Martedì 26 Aprile 2011 - h2130
261 - Via Mura delle Grazie
Oxes (Monitor - Baltimore USA)
pose metal e suonazzi noise
Cartavetro (Marsiglia - Genova ITA)
noiserock con un cervello a metà tra un premio Nobel e un ultrà.
Gandhi's Gunn (Taxi Driver - Genova ITA)
Heavy Rock for Heavy People
Mercoledì 27 Aprile 2011 - 2030
Concerto in casa - posti limitati, necessaria prenotazione
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The Dad Horse Experience (Devil's Ruin - Sud GER)
Gospel Banjo One Man Band
Giovedì 28 Aprile 2011 - 2130
Kitchen Mon Amour - Via San Donato 13
unePassante (Anna The Granny - Palermo/Roma ITA)
folk misto elettronica
Venerdì 29 Aprile 2011 - 2200
Spazio Targa - Via C. Targa
Be Invisible Now! (Boring Machines - Treviso ITA)
ambient kraut synthetica
Be My Delay (Boring Machines - Bologna ITA)
loop chitarra e delay
Mariborange (Si Lagrima - Genova ITA)
sequenze e spippolii
Sabato 30 Aprile 2011 - 2200
tba - annunciato presto!
En Roco (Fosbury - Genova ITA)
paladini della canzonetta
Lo Sceriffo Lobo (Marsiglia - Genova ITA)
power pop da cameretta e singalong a manetta
Domenica 1 Maggio 2011 - 1300
secret party
Grigliata sociale con ospiti e festeggiamenti
LA STORIA IN PIAZZA
JAZZCOMBAT
Canzoni del tempo di guerra
Genova - Palazzo Ducale
Salone del Maggior Consiglio
17 aprile 2011
Nel suo ultimo illuminante e argomentato saggio (“Italia sperduta”, Donzelli, 2011), il sociologo Carlo Donolo illustra con efficacia come la crisi italiana sia prima di tutto la fotografia di una regressione cognitiva, culturale, antropologica, in atto da tempo nel nostro paese. Difficile pensarla diversamente, anche se poi, come fa lo stesso Donolo e come ha scritto lo storico Guido Crainz in molti dei suoi libri, il discorso dovrebbe spostarsi almeno in parte sul fatto che esiste una porzione d’Italia che in realtà non si è mai formata, perché passata troppo in fretta da una condizione di analfabetismo contadino (con tutto il rispetto per quel mondo, i suoi valori e le sue tribolazioni) ad un benessere generalizzato, frutto di una quanto mai repentina e forse irresponsabile industrializzazione. Fatto sta che negli ultimi vent’anni, arrotondando molto per difetto, si è assistito ad un progressivo degrado del sistema Italia nel suo complesso e ad uno sfarinamento di quello che sembrava un acquisito e vitale tessuto sociale.
Per fortuna esistono ancora manifestazioni come “La storia in piazza”, rassegna dedicata alla storia, organizzata a Palazzo Ducale di Genova dalla Fondazione per La Cultura, che provano meritoriamente e non senza difficoltà a colmare questo pesante deficit, ormai diventato strutturale, e certo più ingombrante di quello che indica il rapporto tra prodotto interno lordo e debito pubblico. Perché solo con più partecipazione, più saperi, più competenze, più conoscenze diffuse, la nostra democrazia può evolvere e prosperare, altrimenti si trasformerà in qualcosa d’altro, di pre-politico e pre-dialettico, come probabilmente già sta avvenendo.
Giunta alla seconda edizione, la tre giorni storica genovese (14-17 aprile 2011), aperta gratuitamente alla cittadinanza, ha avuto per tema “L’invenzione della guerra”, argomento purtroppo sempre attuale in un’epoca di grandi rivolgimenti, cambiamenti e ipocrisie come quella attuale. La pax augustea che la caduta del muro di Berlino avrebbe dovuto regalare e garantire è certo molto lontana, e non potrebbe essere diversamente, visto il perdurare di ingiustizia e sopraffazione nei rapporti asimmetrici tra un mondo ricco e opulento ed una preponderante parte di pianeta sempre più diseredata e abbandonata.
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