Specchio, specchio lisergico delle brame rock, chi è il più psichedelico del reame? In questo momento la bacchetta del rabdomante deve indicare, per forza, il Signor Morgan Delt. Che vive tra i boschi in California, da bambino dev'essere cascato in una tinozza di tè alla cannabis, ed aver avuto in sorte, da ascoltare, un bel quintale di ellepì d'antan che partivano con gli episodi più strampalati della Incredible Band, quando erano cose sicure, e sfumavano in una “purple haze” di puro peyote quando le copertine erano troppo colorate per capire chi fosse, il gruppo. Questo è il suo secondo disco, e se riuscite a immaginare una nuvola colorata piena di echi, riverberi, nastri al contrario, e via citando, che inizia con i Byrds “otto miglia su nel cielo” e finisce da qualche parte smarrita nelle terre ambigue degli Animal Collective siete già sulla buona strada. Mettendo in conto anche diversi giri di pattuglia (a bordo di teiere volanti, ça va sans dire) in specifici territori Gong, Sua Freakitudine la buonanima di Daevid Allen benedicente. (Guido Festinese)