Se la prima e la seconda parte della carriera del glorioso “generatore” del progressive rock più oscuro e influente che si sia mai ascoltato hanno potuto mettere in conto solo poche incisioni dal vivo, a fronte di una produzione concertistica piuttosto imponente, i fan hanno trovato modo di rifarsi in quest'ultima decade. E' storia recente quella delle registrazioni live al Paradiso (2009) e di Merlin Atmos, uscito quest'anno. Nulla da dire sul glorioso ed inevitabile crepuscolo di una band che è nel quinto decennio di attività, e può ancora dare lezioni di claustrofobica poesia rock in nero a migliaia di epigoni, a volte del tutto incoscienti di ripercorrerne le tracce. Però, e sia detto senza voler passare a forza nelle schiere dei laudatores temporis acti, la pubblicazione di questo doppio cd che riunisce finalmente tutte le session radiofoniche dei Van Der Graaf per la Bbc, in un arco benedetto di tempo che sta tra un archeologico 1968 ed il furor geometrico e disossato del 1977, in pieno punk (e punk e darkettoni molto amarono, più o meno scopertamente, la band di Peter Hammill) mette la parla fine all'astinenza dal loro tempo migliore. Gran messe di inediti, un suono convulso e straziato, capace di passare da un'infinita dolcezza agli strappi più laceranti conosciuti dal rock. Forse solo il Re Cremisi di Red e Lark's Tongues in Aspic seppe sfoggiare uguale regalità ferina e “prog”. (Guido Festinese)