Nessuno sfugge a se stesso; facile morale per milioni di film e libri noir, che ben si adatta a questo (meraviglioso) disco di Sufjan Stevens. E dire che ci ha provato, Sufjan, a sfuggirsi. Dopo il crescendo esponenziale di successi (qualitativi e quantitativi) culminati con Illinoise (2005) SS si è dedicato a, per brevità, sperimentare. Ha musicato tratti di superstrada, balletti, rodeo filmati al rallentatore. Tutte cose degnissime che però hanno archiviato (da un punto di vista sonoro) il delicato folk che caratterizzava le prove più convincenti; il tutto frullato in The Age Of Adz, 2010, album ibrido, celebrato e, francamente, senza senso comune. Carrie & Lowell spazza via ogni sentiero laterale per cantare, in 11 ballate impeccabili, la madre prima assente poi scomparsa (Carrie) e il patrigno/mentore (Lowell). Disco incantevole. A ognuno il suo. (Marco Sideri)