“Il segretario è un linguista/frequenta nuove metafore e naviga a vista/nel mare democratico a sinistra. /E non conosco nessuno che sia pronto a giurare/ che dopo tanto parlare, dopo tanto navigare/ avrà qualcosa da dire./ Il sindacato ha firmato: le prime disoccupate saranno le strade/e dei nostri sogni resterà solo un silenzio/che ricorda i marciapiedi quando nevica./ Non ci resta che aspettare il prossimo disco dei Clash.” Versi tratti da “Il prossimo disco dei Clash”, di Filippo Andreani. Un combat rocker comasco non ancora quarantenne capace di enormi tenerezze, da scoprire una ad una nelle canzoni, e affilate durezze, per dirla con Paco Ignacio Taibo II. Capace, soprattutto, di evitare la trappola della contemplazione compulsiva del proprio ombelico, e lo slalom tra le parole da un colpo al cerchio, uno alla botte. Lui con questo disco sceglie di collaborare con Marino Severini dei Gang, Sigaro della Banda Bassotti, Steno dei Nabat, Rob dei Temporal Sluts, Robi degli Atarassia Gröp. E c’è anche la voce narrante di Adelmo Cervi. Suono teso, incendiario come si deve, occasionali derive in levare. Un gran disco. A proposito: le “strade disoccupate” sono un riferimento a Claudio Lolli ed al suo disco capolavoro. Uscì nel 1977. Lo stesso anno in cui nasceva Andreani. (Guido Festinese)
Rock
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FILIPPO ANDREANI - La prima volta
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FILIPPO ANDREANI - La prima volta
2015-01-11 12:51:59
Guido Festinese
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