Che ci fanno in studio assieme le vecchie glorie Stephen Stills, anima rock e latin della West Coast, l'altro veterano Barry Goldberg (Electric Flag, Bob Dyaln), e Kenny Wayne Sheperd, trentacinquenne chitarrista che dei due potrebbe esser figlio? Le cronache raccontano che si sono divertiti a ricreare lo spirito informale della “Supersession” del '68. Lasciamo perdere il passato che non passa, e che invece se n'è andato, e passiamo al disco: che una palpitante cavalcata nel segno del blues rock e di quelle ballate elettriche spesse che fecero grandi CSN&Y. Forse l'unico punto debole è proprio nell'inizio smargiasso di Roadhouse. Il resto è una delizia per vecchie e nuove orecchie: compresa una Rockin' In The Free World di Neil Young selvatica e ruggente, una Word Game da lacrime, e il brano che da il titolo, che è come si suol dire, un “classico istantaneo”. (Guido Festinese)