BLACK REBEL MOTORCYCLE CLUB - Specter At The Feast Hot

Settimo disco in studio, a distanza di tre anni dal precedente ed energico "Beat The Devil's Tattoo", ad opera di questa non più giovanissima formazione della nuova bay area, formatasi a San Francisco sul finire degli anni '90. Un lavoro sospeso tra certo noise pop, garage rock, e american roots, che per qualcuno rappresenta la composta fotografia di una compiuta maturità stilistica ormai raggiunta da questo scarmigliato trio (basso, chitarra, batteria) da motocicletta, anche a partire dal fatto che la vita con il passare del tempo presenta sempre ed inesorabilmente i suoi conti, obbligando al definitivo salto verso l'età adulta. Perché lo spettro che si aggira tra le dodici tracce è quello del padre del leader e bassista/cantante Robert Levon Been, deceduto per un attacco di cuore nel già lontano 2010. Stiamo parlando di Michael Been, a sua volta frontman dei The Call e vero e proprio mentore dei BRMC, al quale questo "Specter At The Feast", album di un sofferto ritorno, è interamente dedicato. A prevalere è, quindi, il comprensibile sentimento della malinconia, del dolore per una perdita irrimediabile, e ancora bruciante, ma (diremmo) senza eccessivo auto compatimento. Non manca, infatti, una verve più scanzonata ed il consueto e combattivo spirito rockeggiante, costruito su ritmi spesso incalzanti, linee di basso non certo accomodanti e interessanti chitarre elettriche distorte e filtrate. E, però, resta l'impressione di una certa leggerezza della proposta, che, per quanto piacevole, sembra risultare musicalmente troppo ancorata, anche rispetto ad un passato decisamente più incisivo, a semplicistiche formule di eccessiva estrazione pop, a discapito di una dovuta e maggiore profondità artistica. Ancora frastornati forse. Da riascoltare. (Marco Maiocco)