Gli anglosassoni dicono, sinteticamente, more of the same. Ossia, la solita storia. L’espressione tuttavia può avere anche un significato positivo. Esempio pratico: l’ultimo disco dei Low da Duluth, Minnesota. Formazione oramai storica della musica indie americana, i tre Low (Alan Sparhawk e Mimi Parker, marito e moglie, con il bassista Steve Garrington) tornano dopo una serie di vagabondaggi stilistici alla formula che li ha resi i Low. Ballate ipnotiche e lente, giocate sull’incrocio delle voci e un accompagnamento defilato ma denso. L’età ha smussato certi angoli ed è un piacevole passo folk che accompagna alcuni brani, ma l’essenza della musica è la stessa di dischi importanti come Secret Name (1999), dischi che hanno saputo raccontare uno stile personale e intimo, ancora oggi vivo e fascinoso. C’Mon, dunque, è più di una conferma. (Marco Sideri)
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