01 Giugno 2014
|I campionati mondiali di calcio sono probabilmente l'evento sportivo più seguito del pianeta e l'industria della musica non può certo farselo scappare, senza provare a trarne un po' d'ossigeno per una situazione sempre più asfittica. Quattro anni fa ai mondiali del Sudafrica il colpo era riuscito con Shakira e il "Waka Waka" (il singolo era arrivato alla prima posizione delle classifiche in 19 nazioni); nella speranza di replicare il successo il Brasile ha già prodotto un inno ufficiale: "We Are One (Ole Ola)", un ritmo di samba semplice semplice, innervato da inserti pseudo-rap di Pitbull, qualche colpo d'anca di Jennifer Lopez e filmati di grandi campioni del passato e del presente (tra i quali Carlitos Tevez che i mondiali però se li guarderà dall'Argentina). Non bastasse una canzone sola ecco la compilation, "One Love, One Rythm – The 2014 FIFA World Cup Official Album", con brani di Santana, Sergio Mendes, Shakira e Carlinhos Brown, Isley Brothers e altri. Invece gli alternativi no-global che protestano contro i mondiali in Brasile hanno "Esculpe, Neymar" di Edu Krieger; a un primo ascolto è decisamente meglio dell'inno ufficiale. L'Italia, intesa come Nazionale di calcio, per non restare indietro, ha commissionato ai Negramaro un inno; forse a corto d'idee o forse di tempo, hanno prodotto solo la cover di "Un Amore così grande" (brano portato al successo da Mario Del Monaco). Per correttezza diciamo che tutti i proventi saranno devoluti all'associazione AISLA e all'AISM (però tra i nomi degli autori appare anche quello di Sangiorgi, forse per il nuovo arrangiamento: un po' di SIAE non si nega a nessuno).
Infine, almeno per ora, la sigla delle trasmissioni Rai dedicate a Brasile 2014: a Mina l'onore di una filastrocca sambata, "La Palla è rotonda", il cui testo riprende frasi e modi di dire del linguaggio calcistico. Un divertissement di classe, ma al limite della banalità e senza il fascino di "Ossessione 70", un brano scritto da Fausto Cigliano nell'anno di Italia-Germania 4-3 (ripreso due anni dopo proprio da Mina). Una bossa nova languida che snocciola la formazione di quella storica nazionale, un autentico capolavoro del non sense; proprio come a volte ci appare il mondo del calcio e quello della musica.
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