Riley Walker, assieme alla crema dei musicisti jazz e folk dell’area di Chicago, prosegue nel suo personale viaggio nel tempo, rischiando forse di apparire derivativo nell’insistente ricerca di suoni e atmosfere del folk-rock inglese, aggiungendo però uno stile vocale che chiama in causa un’altra dimensione artistica, questa volta ‘di casa’, ovvero Tim Buckley; quindi, assieme a canzoni che evocano il miglior John Martyn convivono ritmiche che sembrano uscite dal repertorio più jazzato dei Pentangle, e in queste occasioni sembra proprio il contrabbasso di Danny Thompson a cucire la trama assieme a Terry Cox… Nonostante questi paletti irremovibili, il disco è molto ispirato ed intenso specie nella manciata di strumentali nei quali Walker dimostra la propria maestria con la chitarra, chiamando paragoni illustri con musicisti come John Fahey, Bert Jansch o con le sei corde mistiche di Bruce Cockburn. (Fausto Meirana)