Se volete far la prova, fatela: provate a non dire nulla a qualche appassionato di Americana e dintorni in libera declinazione country rock, mettendo in conto nella definizione usata un range piuttosto vasto di situazioni, dai Byrds ai Poco, passando per gli Eagles, la cosmic country music, certe avventure campestri rutilanti dei Creedence. Un pizzico di suono New Orleans, un riferimento gaelico giusto di sfuggita. Fategli ascoltare al buio questo disco: se ne innamorerà. E andrà a posarlo nella pila degli ascolti sacri, quelli appena indicati. A quel punto potrà anche essere vaccinato dal fatto che qui dentro trovate gli americani veri, e si chiamano ad esempio Ron Martin e Gene Parsons (dice qualcosa?), e gli italiani che quel suono l'hanno assorbito nel midollo: ad esempio Marco Zanzi e Cecilia Zanzi, Anna Satta. Un po' come la Red Wine che suona impeccabile bluegrass, o Bonfanti che se vuole scrive come Greg Brown. Qui armonizzazioni vocali da brividi, jingle jangle sound a Rickenbacker dodici corde garantita, dobro, fiddle e pedal steel. Gran scrittura personale, matura e sapient, e cover da lucciconi: ad esempio Tequila Sunrise degli aquilotti, Teach You Children pregiata ditta Nash, Sweet Baby James dalla penna di James Taylor. (Guido Festinese)