Il precedente disco di Morby, City Lights era piaciuto abbastanza; fino a considerare la possibilità che il seguito sarebbe stato un capolavoro… Ora possiamo dire che ciò non è avvenuto, anche se Kevin Morby, con Oh My God, ci ha provato seriamente con impegno e ingredienti di qualità. Emergono, soprattutto, le tre-quattro canzoni pianistiche con accompagnamenti scarni da club e assoli di sassofono che sembrano provenire dalla colonna sonora di Taxi Driver (Bernard Herrmann). I coretti gospel che appaiono qua e là invece, sembrano rivelare un certo rispetto verso la fase ‘cristiana’ di Bob Dylan, periodo molto rivalutato negli ultimi anni. Un altro punto di riferimento di questo disco sembra essere il Nick Cave ‘confessionale’ situato tra The Boatman’s Call e No More Shall We Part. Un serio contendente per il disco dell’anno, con qualche brano debole, scelte coraggiose e una copertina da buttare. (Fausto Meirana)