Musica italiana

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BEATRICE ANTOLINI - BioY

Suona bene il terzo album di Beatrice Antolini, tonico ma gentile, combattivo ma accogliente. Come per i due precedenti, anche per BioY  si può parlare di elettronica pop ricca di citazioni che viaggiano tra funk, psichedelia e groove quasi danzabili e che vengono unificate da un vitalismo e un'energia sicuramente contagiosi (We're Gonna Live, Mutantsonic). Se è vero che non manca qualche passaggio inquieto, si può in ogni caso dire che la musicista marchigiana si colloca all'opposto di una certa tendenza alla cupezza o all'isteria tout-court che prevale oggi in ambito di suoni elettronici o affini (Crystal Castles). Semmai, nei brani condotti dal piano (in particolare in quello che titola il lavoro) può essere plausibile il paragone con un'artista emergente della scena europea 'alternativa', la lituana Alina Orlova. (Antonio Vivaldi)

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MORNING TELEFILM - O Time

Ascolti il brano d’apertura - “Billion billiards” - e torna alla mente il magnifico The The di “Uncertain smile”; prosegui con “O time” e sembra di intravedere sullo sfondo Mark Everett. Potrebbe sembrare solo un’idea interessante, ma poco originale e invece, al di là delle fatali evocazioni, brano dopo brano il progetto di Emanuele Gatti (voce, chitarre, batteria) e Cristian Chierici (piano, chitarre) dimostra che anche in Italia (e addirittura in lingua italiana in “Morganology”) esiste un pop contemporaneo (chiamatelo elettro-folk, post-rock…) che non sfigura al cospetto di quello straniero e che potrebbe addirittura aspirare a qualche passaggio radiofonico. Inutile sperarci, meglio attrezzarsi, magari dando un’occhiata al sito della benemerita etichetta: www.canebagnato.org. (Danilo Di Termini)

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BEATRICE ANTOLINI - Bioy

Ritorna finalmente Beatrice Antolini con il suo nuovo album a poco più di due anni dal precedente ”A DUE” (2008 Urtovox rec) che le ha permesso di raggiunere risultati di prim’ordine ottenendo la fiducia unanime di tutta la stampa,specializzata e non,con articoli importanti a lei dedicati anche sui maggiori quotidiani nazionali e locali. Anche questa volta L’album è stato interamente scritto, arrangiato, prodotto e desiderato dalla stessa Beatrice. Un risultato senz’altro luminoso diretto e comunicativo che la porta avanti rispetto al precedente album,senza nulla togliere al naturale impeto di Beatrice, perennemente immersa nel suo fiume in piena che a briglie sciolte cesella partiture dalle marcate connotazioni funky/soul/wave di chiara matrice ’80 in cui un certo aspetto tribale viene valorizzato dalle mille percussioni presenti in diversi brani del disco.

CD in vendita da Disco Club a partire da giovedì 4 novembre al prezzo di 14,50 €
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PAOLO CONTE - Nelson
Dopo che Stefano Bollani, con la sua “Copacabana”, ne ha fatto un’imitazione esemplare, è diventato sempre più  difficile restare seri ascoltando Paolo Conte. Per chi non l’avesse mai vista, il nuovo “Nelson” è un ottimo palliativo: infatti sembra di sentire lo scontroso autore dei primi dischi o il compiaciuto signore di “Parole scritte a macchina”, ma poi ci si domanda se sia davvero lui o un ottimo epigono. Forse è irragionevole aspettarsi qualcosa di diverso e dopo l’impalpabile  “Psiche” queste quindici canzoni, al solito suonate in maniera impeccabile e con qualche titolo che lascia anche il segno, rappresentano pur sempre un passo avanti. Ma paradossalmente se la cifra dell’avvocato è la nostalgia, allora tanto vale rispettarlo fino in fondo, rituffandosi malinconicamente in un disco d’antan. (Danilo Di Termini)
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BACHI DA PIETRA - Quarzo

I Bachi Da Pietra sono una realtà consolidata, considerata tra le più interessanti e attive del panorama artistico musicale e letterario; il loro approccio musicale e il loro stile compositivo sono divenuti, dal 2005 ad oggi, marchi di fabbrica inconfondibili. Nel tentare di definirne la loro proposta si inciampa continuamente in una serie di paradossi che hanno prodotto nel tempo definizioni bizzarre: blues-medievale, pseudo-elettronica, triphop-acustico. Eppure il loro suono si fonda sui due elementi più comuni della storia del rock ridotti all’osso: chitarra e batteria (o quel che ne resta). Come una serie di ironiche assonanze possono chiaramente suggerire, Quarzo, degno ideale successore di Tarlo Terzo, è il titolo del loro quarto album. Un disco che ti “infilza e sorride“ (come in Pietra Della Gogna) dall’inizio alla fine. Una volontà di apertura verso l’ascoltatore è immediatamente chiara nella proposta semplificata in pillole della propria poetica con la quale i BDP introducono il neofita (Bignami) e lo conducono anche in luoghi molto bui, ma questa volta un po’ per mano. Certo, non prima di averlo massacrato sulla Pietra Della Gogna che apre il cerchio dei 12 brani, per poi liberarlo a Fine Pena dopo circa un giro d’orologio. Quarzo, nome materico come spesso accade nella poetica del duo, allude alla pietra, al tempo e all’elettronica primordiale. E’ un disco che sposta ancor più in là i confini musicali e lirici del progetto. Allarga la visione e la prospettiva, ridiscende nel sottosuolo, da cui geneticamente proviene, ma riaffiora, sporco e polveroso, offrendo quel che trova e cioè novità comunicative non di poco conto. E in fondo, si domanda anche perché lo fa: … / per cosa incide la pietra il verme / verso per verso percorso per niente / … (Bignami)

CD in vendita da Disco Club a partire da giovedì 14 ottobre 2010 al prezzo di 14,50 €
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PAOLO CONTE - Nelson

Quindici canzoni, come quindici esplorazioni nella geografia musicale ed esistenziale che appartiene al cuore di Paolo Conte. Un disco di viaggi sentimentali fatti sulle strade della poesia che non conosce frenesia, ma si nutre solo del respiro della vita, col suo tempo, col suo ritmo che bisogna intercettare. Chi viaggerà con questo disco viaggia solo e nudo, vestito di allegria e dolore, una ventata di malinconia, nelle tasche le briciole di qualche inesauribile mistero, negli occhi la dolcezza dei visi perduti e trovati, nell'anima gli accoglienti segni delle emozioni abitate. Paolo Conte interpreta le storie della sua geografia sentimentale in più lingue: inglese, francese, spagnolo, napoletano, italiano, che suonano come una lingua sola, come un unico idioma che si fa lingua universale. S'incontrano persone e musiche nelle nuove canzoni del Maestro, storie cantabili incarnate di letteratura, cinema, pittura. Paolo Conte è entrato nell'eta' in cui ogni disco è più bello, ma non del precendente, piuttosto di quello che poteva essere, oltre ogni aspettativa, oltre i codici dei pensieri stagnanti, fluorescenti in questo tempo in cui gli stupidi non trovano riparo. Allora ogni disco del Maestro diventa come una benedizione laica, un buon viaggio in quello che la vita ci lascia e ci prende ovunque noi siamo e saremo, ma soprattutto laddove ci perderemo per conoscere e capire quello che non riusciamo a dire, quello che vogliamo solo cantare per sopportare meglio la baracca del nostro cuore. Un viatico tra terra e mare dove nemmeno il destino ci può aiutare. Nel suo lungo viaggiare artistico nei teatri di tutto il mondo Paolo Conte ha sempre cantato e parlato poco, una delle rare volte disse: "Si nasce soli, si muore soli, nell'intervallo è tutto un gran traffico". Ascoltando Nelson capirete perché.

CD in vendita da Disco Club a partire da martedì 12 ottobre 2010 al prezzo di 20,90 €

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