Iperattivo come sempre lo scorbutico cantautore irlandese ci consegna il sesto album in soli quattro anni, probabilmente il suo più convincente di questo frenetico periodo. I “tre accordi e la verità” del titolo sono proprio ciò che troviamo in questo disco fresco, corroborante e non di certo rivoluzionario. Le quattordici canzoni hanno impresso il marchio di fabbrica d’artista, sono ben suonate e arrangiate, e la voce di Van è chiara nel suo incedere discorsivo tra le note. Tra i brani che si guadagnano una citazione, verso metà disco, c’è You Don’t Understand un sorprendente reworking non accreditato della Ballad Of A Thin Man di Dylan, della quale riprende il riff dell’Hammond e l’impianto accusatorio del testo (chissà se a Bob farà piacere questo omaggio/oltraggio?). Il brano finale, invece, un lungo rimuginare di sette minuti tocca da vicino la classica Auld Lang Syne, con citazioni del testo e la riflessione sul tempo che scorre. Un’ottima sorpresa da uno dei vecchi leoni che non deludono mai, anche quando si sparano uno scatenato boogie-woogie senza pretese come Early Days, per puro divertimento. (Fausto Meirana)