Scavando scavando, ma con molta calma, dai ben forniti sotterranei di Neil Young cominciano ad uscire i fantomatici dischi perduti, depennati, rinviati o reincisi dal bizzoso canadese. Primo di questi a vedere la luce è Hitchhiker, che a ben vedere più che un disco finito e pronto per i negozi sembra una specie di anteprima esclusiva per le orecchie del produttore David Briggs, non a caso la selezione si apre con Neil che sbraita ‘Are you ready, Briggs?’. L’incisione è superba e i brani suonati uno dietro l’altro, o così sembra... La maggior parte di essi ha poi trovato posto in diverse uscite: Rust Never Sleeps, Comes A Time, American Stars ‘n Bars, Le Noise. Solo in qualche caso c'è un senso forte d’incompiuto, come nella versione piuttosto essenziale di un gran pezzo come Powderfinger, e i due veri inediti, Hawaii e Give Me Strength potevano forse rimanere tali, ma tutto sommato la forza delle esecuzioni, con voce e chitarra in primissimo piano giustifica pienamente l’acquisto e l’interesse collezionistico verso Hitchhiker, in attesa di Homegrown, Toast, Chrome Drerams e chissà che altro. (Fausto Meirana)