Una bella canzone è una cosa noiosa da raccontare. La scrittura cosiddetta classica è cara a certo pubblico ascoltante (tendenzialmente stagionato) e indifferente ad altro (in cerca di complessità ulteriori rispetto a una melodia e un bel testo). I dischi rilevanti di questo scorcio di musica (diciamo dal 2010 in poi) non sono stati dischi di canzoni. Il pezzo preferito di Obama del 2015 è di Kendrick Lamar. Lungo cappello a parte, questo Fading Frontier nuota controcorrente: è un disco di canzoni classiche, belle e rotonde, da un gruppo che parte da precedenti più sonici e ricercati. È un disco chiaro, indie rock si sarebbe detto un tempo, che riporta alla mente gente laterale e luminosa come Sparklehorse: gente che mischiava giusto un pochino le carte della scrittura classica, per ipotizzare un futuro alla canzone. Un disco obamiano, in un certo senso. (Marco Sideri)