Tra gli innumerevoli meriti da ascrivere alla fine delle ideologie, certo non il più importante, c’è anche quello di poter ascoltare un disco come “Another One” senza essere presi per reazionari o al meglio per faciloni incompetenti. D’altra parte McBriare Samuel Lanyon “Mac” De Marco è nato nel 1990, beato lui, in Canada, quando il Muro era già caduto (allora non pensavamo certo che ne avremmo visto costruire altri). Ma nonostante i suoi 25 anni, lo sguardo è rivolto decisamente all’indietro, da qualche parte tra Gilbert O’Sullivan e George Harrison tanto per fare due nomi (ma lui, tra i suoi ispiratori ci mette Jonathan Richman) e la semplicità lo-fi risulta essere il frutto di una cultura musicale assimilata e riproposta con invidiabile naturalezza. E se il disco precedente si concludeva con un breve messaggio vocale, stavolta, alla fine dell’ultimo brano, Mac ci comunica anche il suo indirizzo di Brooklyn, invitandoci per “a cup of coffe”. Così, spontaneamente, come le sue canzoni. (Danilo Di Termini)