Dylan Sings Sinatra! Chissà cosa ne penserebbe il grande Frank di questo omaggio estremamente tardivo alla sua musica , preannunciato con grande anticipo, ma comunque inaspettato; certo sarebbe rimasto perplesso di fronte all’azzardo, ma sicuramente ne avrebbe apprezzato l’intrinseca onestà. L’idea di riarrangiare dieci brani di Sinatra, pensati per l’orchestra, per gli strumenti della collaudata band di Dylan, è il punto di forza di Shadows In The Night, assieme al fatto di non aver rischiato i brani più ‘bruciati’ come My Way, Strangers In The Night o Fly Me To The Moon. Il disco, piacevolmente rilassato, ma un po’ monocorde, vede l’assenza quasi totale delle percussioni ed è dominato dal suono liquido della steel guitar di Donnie Herron, vero e proprio controcanto di quest’opera; pregevole anche l’intervento, in tre brani, di una piccola sezione fiati usata in modo ‘sinfonico’, che smuove con efficacia l’uniformità degli arrangiamenti. La voce di Dylan, questa volta, suona convincente e le atmosfere notturne delle canzoni consentono un blando paragone con il Tom Waits più remoto, quello dei primi dischi. (Fausto Meirana)