La musica pop, al suo meglio, è insieme superficiale e profonda. Superficiale perché prende ogni possibile scorciatoia verso il cuore e le orecchie; profonda perché lascia un segno che, nei casi più felici, dura una (o più vite). Al netto di ogni ricostruzione possibile (e sono migliaia) gli anni 60 sono l’epoca regina per questa concezione (profonda/superficiale) di pop. Non stupisce che quei suoni (e quei vestiti e quei tagli di capelli) siano costantemente resuscitati da nuovi trend. She & Him (che nascono nei 2000) sono un esempio perfetto. Qui (terzo disco, eccettuato un Christmas Album) giocano con il pop di taglio Phil Spector, lo contaminano un po’ (cover di Blondie in salsa garage), sfruttano la loro riuscita immagine (chitarrista indie + attrice/icona). Raramente una parola sola riassume tutto un disco. Qui, “piacevole” sembra dire proprio tutto. (Marco Sideri)