Un titolo bizzarro ("l'umile servitore") ed un nome altrettanto bizzarro (Ivan Pavlov fu un fisiologo russo, Premio Nobel nel 1904, celebre per i suoi esperimenti sui riflessi condizionati utilizzando i cani) per il gruppo artisticamente forse più importante del movimento progressive oltreoceano (come noto decisamente più radicato qui in Europa). E' un vero mistero come un disco di questo valore sia, tutto sommato, assurto a semplice "cult" per pochi appassionati senza raggiungere maggiori livelli di diffusione e di apprezzamento: vediamo di scoprirne le cause. I due produttori fanno le cose in grande: attorno allo straordinario vocalist David Surkamp, dotato di una estensione vocale senza pari nella storia del rock, viene posto un sestetto di competenti musicisti di estrazione rock (chitarra, basso, percussioni) e classica (violino, tastiere, mellotron) dove spiccano il chitarrista Steve Scorfina, il violinista Siegfried Carver ed il tastierista David Hamilton. Surkamp porta in dote ben sei pezzi su nove complessivi. La produzione, la registrazione ed il missaggio sono eccezionali per l'epoca (stiamo parlando di quasi 35 anni orsono). L'avvio del disco è eccezionale: i primi due pezzi "Julia" e "Late November" sono di una bellezza addirittura stordente; il livello poi deflette leggermente ma si mantiene comunque elevato con i successivi "Song Dance" e "Fast Gun" ulteriori palestre per i vocalizzi inarrivabili di Surkamp. Si adagia poi su livelli più ordinari, ma non routinieri, con i tre pezzi centrali "Natchez Trace", "Theme from Subway Sue" ed "Episode" per chiudere in bellezza con "Of Once And Future Kings" introdotta dal breve strumentale "Preludin". Un disco di alto livello, di assoluta eccellenza per quanto riguarda i primi due pezzi. Perchè non funzionò? Probabilmente perchè arrivò cronologicamente fuori tempo massimo, quando gli echi del progressive si stavano già spegnendo e si affacciavano ormai nuovi suoni. Inoltre influì forse una certa artificiosità o forse la sensazione di un gruppo iperprodotto, costruito a tavolino per sfruttare le grandi doti di David Surkamp....chissa! Grazie alle provvidenziali ristampe, per fortuna, possiamo oggi recuperare e rivalutare questa gemma (ed il suo seguito "At the sound of the bell" che contiene un altro capolavoro quale "She came shining") sulla quale purtroppo all'epoca calò un immeritato oblio. (Nanni Iguera)