Questo disco è una mezza bomba inesplosa, soltanto perché non riesco a fidarmi troppo di queste cantanti con la faccia da bambine e i loro cuori infranti. Diciamocelo in sincerità, io questa St. Vincent me la sono sempre filata troppo poco, erroneamente temendola una wannabe schiappa da major senza arte né parte, costretta al ruolo di paladina alternativa solo da inettitudine e scelte commerciali infruttuose dei suoi padroni. E, invece, si rivela su questo disco una bomba, dicevamo. Sarà la martellante produzione di John Congleton, che con i suoi Paper Chase ci ha dato da pensare per un bel po' per comprendere come riuscisse a far dialogare emotività e pacca violenta dei suoni, ma qui siamo di fronte ad una versione veramente cattiva della miglior Goldfrapp: catchy, come in Cheerleader (ma che raddoppi di voce, bassa, allucinanti!), o frammentata, come nel quasi stomp di Dilettante.
Qualità dei suoni e scelte di arrangiamento risultano praticamente perfetti: Hysterical Strenght è Blondie aggiornata tanto quanto la conclusiva Year Of The Tiger è un Beck al femminile che coverizza i Beatles. Bello, veramente, una sorpresa inattesa: non fidarsi sarà anche meglio ma, da St. Vincent, un disco per l'Autunno l'abbiamo trovato. (Matteo Casari)