Tra moderno, post moderno e modernariato, oramai non si capisce più nulla. Chi è veramente avanti? Chi ricicla con giudizio, chi cerca nuove vie in un panorama congestionato, che contamina o chi insegue la purezza? Domande oziose, probabilmente, ma poi arriva un disco come questo e porsele è istintivo. Sad Man Happy Man sarebbe stato una novità esplosiva all’inizio dei 90, con il suo passo folk/hip hop, con i suoi ritmi da primo Beck e le sue filastrocche da mandare a memoria. Oggi, suona più nostalgico di quelli che recuperano le ballate marinare di inizio 900. Quello che però non cambia è la qualità. E Mike, già al microfono nelle meteore Soul Coughing, sa scrivere e interpretare le sue canzoni. Qui ce ne sono tredici: allegre e malinconiche, acustiche e urbane, mature eppure ancora ragazzine. Lamentarsi proprio non si può. (Marco Sideri)
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