Dopo i primi sedici secondi di “Sneak into my room”, James Levy andrebbe classificato 'under Leonard Cohen & Mark Lanegan'. Almeno per la voce baritonale; poi arriva il controcanto gentile di Allison Pierce, una sezione di fiati e di archi e ci ritroviamo in mezzo agli anni '60, quelli cotonati, colori pastello, melodie invitanti e tanta nostalgia (che chissà se c'era anche allora). Prosegui e ci trovi Bob Dylan, ma forse è solo un'impressione (“Hung to dry”), Jeff Buckley (“Holy water”), ma forse è solo un desiderio. Il tutto, quasi miracolosamente, prende forma originale (“Crying Myself To Sleep”), con tanto di finale ebraico per “Precious Age Of 13”, in ricordo del suo bar mitzvah, dove affiora l'anima maledetta di Serge Gainsbourg. Ma forse è solo una citazione. Comunque sia, bel disco. (Danilo Di Termini)