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MERCURY REV - Deserter’s Songs (Limited Edition)

Grande edizione completamente rimasterizzata ed arricchita da un bonus cd carico di remix, b sides e versioni mai pubblicate di Deserter’s Songs album capolavoro dei Mercury Rev. Band originaria di Buffalo che a partire dagli anni 80 è diventata un punto di riferimento di un vero e proprio genere musicale (Dream Pop) che miscela sapientemente psichedelia, rock ed anche musica elettronica magistralmente orchestrata. Pubblicato nel 1998 Deserter’s Song è stato scelto come album dell’anno da MOJO, NME e moltissime altre testate musicali internazionali. I brani Goddess on a Hiway, Holes e Opus 40 sono oramai dei classici e rappresentano delle pietre miliari per chiunque ami la musica indipendente americana. Questa edizione è una vera manna per i numerosissimi fan Italiani!

CD in vendita da Disco Club a partire da martedì 17 maggio 2011 al prezzo di 18,50 €
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SEBADOH - Bakesale

Originariamente Bakesale fu pubblicato nel 1994 quando ai due principali autori e membri Lou Barlow(Dinosaur Jr,Folk Implosion, Sentridoh) e Jason Lowenstein si unì il nuovo battersita Bob Fay. La nuova edizione doppia pubblicata dalla Domino contiene un secondo CD compilato dalla band con tutti i singoli, gli Ep’s e le rarità del periodo 25 extra tracks in totale

CD in vendita da Disco Club a partire da martedì 5 aprile 2011 al prezzo di 17,50 €
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BO DIDDLEY - Bo Diddley’s Beach Party

E’ la ristampa rimasterizzata del leggendario album “Bo Diddley’s Beach Party”, il primo album inciso dal vivo della storia del Rock, un rude e selvaggio esempio di furioso Rock’n’Roll registrato al Myrtle Beach Club il 5 e 6 Luglio del 1963. La leggenda del Rock’n’Roll BO DIDDLEY si esibisce presentando 9 sue composizioni + la versione strumentale di “Memphis” di Chuck Berry: ci sono tutti i suoi hit, “Gunslinger”, “Hey Bo Diddley”, “Road Runner” e “Crackin’ Up” (reintitolata per l’occasione, “What’s Buggin’ You”).

CD in vendita da Disco Club a partire da martedì 29 marzo 2011 al prezzo di 18,90 €

vedi sotto video

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85 (1)
IAN NORTH – My Girlfriend’s Dead

Il 1979 fu l’anno zero del synth-punk: in Inghilterra i Tubeway Army di Gary Numan erano n. 1 in classifica ed esordivano gli Human League; in Francia furoreggiavano i Metal Urbain di Tokyo Airport; in America – a parte i mitici Screamers di San Francisco, che non arrivarono mai a incidere su vinile – si segnalò Ian North, responsabile di un album, da lui interamente scritto, suonato e prodotto. Avvalendosi solo di un Korg MS20, rigorosamente monofonico, North costruì le dieci canzoni di My Girlfriend’s Dead, dominate da voce gelida, batteria elettronica e sintetizzatore. Nomi di raffronto, all’epoca peraltro all’esordio o quasi, possono essere i Normal, i Cabaret Voltaire, gli Ultravox, naturalmente i Kraftwerk e soprattutto gli OMD. Impressionanti, in effetti, le similitudini con il gruppo di Liverpool, specie sul piano vocale e ritmico. Dal punto di vista invece melodico, il gusto di North era senz’altro più statunitense. Qua e là, fra le sue tracce, si preannunciano i Wall of Woodoo. Al disco di debutto di North la RPM ha aggiunto il mini Rape of Orchids (del 1981), nello stesso stile ultra-minimale, freddo e tecnologico. L’artista di Brooklyn fa oggi il pittore. Da (ri)scoprire. (Davide Arecco )

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100 (1)
FLYING LIZARDS – Same / The Fourth Wall
Irlandese di nascita, il polistrumentista David Cunningham si trasferì a Londra, sul finire degli anni Settanta, in pieno clima post punk – new wave. Vi produsse i This Heat (1976-1978), antesignani di noise e industrial. Fondò quindi con la cantante Deborah Evans il progetto Flying Lizards. In questa raccolta troviamo tutte le registrazioni effettuate, per la Virgin, tra il 1978 ed il 1981. Fantasioso e beffardo, colto e stravangate, ironico e paradossale, Conningham sottopose classici rock, orchestrali e brani di sua composizione a una sorta di terapia d'urto con le nuove macchine elettroniche. Quelli che ne vennero fuori erano paesaggi sonori intriganti e inusuali, fra techno-pop e avanguardia rock, fra tribalismo kraut ed inflessioni robotiche. In The Fourth Wall, appena meno obliquo dell'esordio omonimo, sono ospiti Robert Fripp e Gareth Sager (allora nel Pop Group). Questa doppia riedizione è un'eccellente occasione per riscoprire un autentico genio musicale d'oltremanica. (Davide Arecco)
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90 (1)
MOEBIUS – Material / Strange Music / Double Cut / Zero Set / Tonspuren / Blue Moon
Anima e fondatore di Cluster e Harmonia, Dieter Moebius è stato uno dei padri del moderno rock elettronico made in Germany. L'amburghese Bureau B ne ristampa ora i lavori meno noti, successivi al classico Rasta Kraut Pasta (1980). Material, inciso nel 1981 con il fedele Conny Plank, è un disco di dark noise con echi di ascendenza cosmico-spaziale e talvolta quasi hard, smontati ed incollati con la tecnica del dub. Un album dal suono distante rispetto all'elettronica anni Settanta, moderno e contiguo piuttosto alla Neue Deutsche Welle allora in auge a Berlino e sul suolo tedesco. Strange Music e Double Cut, realizzati in coppia con il bassista Gerd Beerbohm tra il 1982 e l'anno successivo, sono invece dischi di post-punk sperimentale dalle timbriche oscure e metalliche, non lontani dalle ambientazioni industriali dei Cabaret Voltaire o dal kraut wave di area Neu. Zero Set è senz'altro il disco più rock: al consueto campionario di tastiere e sintetizzatori si affianca la batteria muscolare del grande Mani Neumaier (Globe Unity Orchestra, Peter Brotzmann, Guru Guru). Uscito nel 1983, con le sue strutture matematiche e le sue melodie angolari, Zero Set prefigura sotto molto aspetti il post rock. Sempre risalente al 1983, Tonspuren è in apparenza il lavoro più accessibile di Moebius. Si tratta di una personalissima ed intrigante rielaborazione delle atmosfere synth-pop allora in voga, sposate qui con il tradizionale approccio del kraut rock. Infine, Blue Moon (1986), colonna sonora dell'omonimo thriller diretto da Karsten Wichniarz, si muove sotto le insegne di un minimalismo che sposa la lezione di Eno con ritmi e tessiture armoniche d'eccezionale trasparenza. Il risultato finale è un ambient computeristico zeppo di effetti, costruiti e cesellati, da Moebius, con precisione metronomica. In definitiva, una bella ed interessante serie di riedizioni, che permette di rivalutare un periodo poco conosciuto della carriera di un eccellente artista. Hans-Joachim Roedelius, suo compagno nei Cluster e negli Harmonia, ha beneficiato pure lui delle riproposizioni laser da parte della Bureau B: ottimo lo space rock dell'esordio Durch Die Wuste, registrato tra il 1976 ed il 1978 (al quale collaborò proprio Moebius, insieme all'onnipresente e indimenticato Plank), poi scivolò verso la new age. (Davide Arecco)

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