#LaCopertina

A giugno del 1980 esce il singolo dei Joy Division Love Will Tear Us Apart. Anticipa di qualche settimana Closer, secondo e ultimo disco del gruppo; infatti il cantante, Ian Curtis, si è suicidato il 18 maggio. In copertina hanno entrambi una foto proveniente da un lavoro del fotografo belga Bernard Pierre Wolff, pubblicato sull'edizione inglese della rivista Zoom nel marzo di quell'anno. Peter Saville, il designer che ha realizzato la copertina del disco precedente dei Joy Division, Unknown Pleasures, le ha notate e le ha proposte alla band che le ha scelte e approvate prima della morte di Curtis. Dopo la tragedia decidono comunque di rispettare la decisione di Curtis nonostante le probabili polemiche. Le foto di copertina ritraggono rispettivamente un angelo proveniente dalla tomba della famiglia Ribaudo creato dallo scultore Onorato Toso e una deposizione in marmo di Demetrio Paernio per la famiglia Appiani; entrambe le opere si trovano al cimitero monumentale di Staglieno a Genova. (Danilo Di Termini)

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Sticky Fingers è il primo album che esce per l'etichetta Rolling Stone records e raggiunge la vetta delle classifiche americane il 22 maggio 1971. Il logo è il celeberrimo 'lips and tongue'; sgombriamo subito il campo da un equivoco: non l'ha disegnato Andy Warhol, bensì John Pasche, uno studente del Royal College of Art, che mischia la bocca di Mick Jagger e la lingua della dea indiana Kali. Ricevendo 50 sterline all'epoca e altre 26mila nel 1984 per i diritti. Warhol realizza effettivamente la copertina del disco che ha la particolarità di avere una cerniera funzionante sulla foto di un paio di jeans da uomo. La cerniera è poi abbandonata perché nei pacchi, con il peso degli album, scava sul vinile rovinandolo irrimediabilmente. Non si conosce l'identità dell'indossatore che presta i suoi jeans e le sue bianche mutande per l'opera. Sembra che i modelli siano stati più di uno, compresi alcuni degli amanti di Warhol; ma, fino ad oggi, nessuno ha rivendicato la proprietà di quei jeans. (Danilo Di Termini)

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Brian Peter George St John le Baptiste de la Salle Eno nasce il 15 maggio (auguri!) 1948 a Melton, un piccolo villaggio del Suffolk. Studia al St Joseph's College di Ipswich dove nel 1964 incontra Tom Phillips. È uno dei suoi tutor: tutti lo chiamano "Black Tom" perché si veste sempre di nero. Phillips, nota subito quel ragazzo piuttosto strano e grassoccio; gli è presto evidente che è lo studente più brillante del corso. Anche se a dividerli ci sono 11 anni di differenza, i due diventano amici. Tom lo incoraggia molto, lo avvicina alla musica di John Cage e quando Eno termina il college restano in contatto. Another Green world esce nel 1975 (dopo Here Come the Warm Jets e Taking Tiger Mountain), è un disco di passaggio verso sonorità più minimali. In copertina c'è il particolare di un quadro, After Raphael, un dipinto che nella sua interezza è poco più di un disco, visto che misura 61 x 51 centimetri. Attualmente si trova alla Walker Art Gallery di Liverpool; l'autore è Tom Phillips. (Danilo Di Termini)

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Per le copertine dei loro primi dischi i Pink Floyd si affidano allo studio Hipgnosis di Storm Thorgerson. Con The Wall, 1979, scelgono Gerard Scarfe, un disegnatore inglese che Waters e Mason conoscono dai tempi di Long Drawn-Out Trip, un corto animato del 1971 in cui attacca i valori della società americana. Viene contattato per aggiungere i suoi cartoni al tour di Dark Side of the Moon; la collaborazione continua con quello di Animals. Infine The Wall che fin dall'inizio nasce come progetto multimediale, seguito da uno spettacolo live e da un film. Waters suggerisce di disegnare un muro bianco. Scarfe vuole mantenere la purezza della copertina e si limita a una semplice costruzione di mattoni (avrà modo di sbizzarrirsi all'interno e nei video dei concerti). Ma il nome e il titolo? Ecco l'idea: una scritta su una pellicola, che si stacca dalla copertina, uno schizzo di inchiostro che diventerà il logo del progetto per gli anni a venire. Se l'avete perso aprendolo, ci spiace per voi.

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The Wall

Cesare Montalbetti, in arte Caesar Monti è stato l'autore di moltissime copertine dell'etichetta Numero 1, una delle prime realtà indipendenti del mercato italiano, fondata da Mogol e Battisti nel 1971. Il logo, un numero uno di colore bianco in un cerchio arancione su fondo verde, viene disegnato da Guido Crepax. Per il settimo album di Lucio Battisti, Il Mio Canto Libero pubblicato nel novembre 1972, Cesare (che nel frattempo ora si firma senza il dittongo nel nome) raduna una cinquantina di amici, facendoli sdraiare a terra e chiedendogli di alzare le braccia. Per la parte interna della copertina, Monti, nonostante il freddo, chiede a tutti di mettersi scalzi, i maschi addirittura senza pantaloni (incontrando anche una certa resistenza). Nel progetto originale le due immagini avrebbero dovute essere stampate su carta trasparente così che, estraendo il disco, le mani avrebbero toccato i piedi. La copertina all'epoca venne considerata decisamente eccentrica, al limite dello scandalo. (Danilo Di Termini)

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