Estetica che vince non si cambia, verrebbe voglia di dire. Che poi sia davvero “vincente” , nel mondo della popular music, la miscela che da sempre propone Hugo Race quando rimette in pista la sua creatura prediletta, i True Spirit - quando non fa parte della magnifica tribù interetnica Dirtmusic - è faccenda controversa. Notoriamente il Nostro predilige una sorta di trance blues scuro e maledetto, scandito su tempi da ballad noir: come mettere assieme le tenebre più problematiche di Nick Cave con le colte lamentazioni a denti stretti del signor Cohen. Certo, è musica che ha un sovraccarico di fascino immediato, nell'essere sempre sul punto di esplondere senza esplodere mai, nell'accarezzare ferite mal rimarginate e dubbi sulla vita grossi come palazzi. Questo è il primo disco dopo sette anni. Punto e a capo, palla al centro: ci si torna a muovere nell'oscurità con spire da serpente. (Guido Festinese)