Per la Signora Fatata del folk inglese Vashti Bunyan valgono solo gli ossimori: una durissima dolcezza messa in musica, un'uranica telluricità, un'onirica concretezza che lascia attoniti ad ogni ascolto. Come ascoltare la sorellina maga di Sandy Denny diventata, nella voce, puro spirito delle nebbie e delle acque, ma solo dopo aver cresciuto in santa pace i propri figli. Perché la storia ci racconta che in quarantaquattro anni, dei sessantanove della sua vita, Vashti Bunyan ha pubblicato tre dischi soli. Altro paradosso perfettamente logico, da rubare a Thelonious Monk, stavolta: il meno è il più. Heartleap, racconta lei, sarà la sua ultima testimonianza in studio. E' giusto così, gli incanti non devono essere a cascata. Voci (anche quella di Devendra Banhart, per capirsi), qualche tocco di pianoforte, gentili pennellate d'archi, una mbira che sembra sbucare dal nulla, arpeggi in bilico quasi sul nulla. Vashti ci lascia con un sospiro affollettato che dura trentaquattro minuti e poco più. Quanto durano gli incantesimi? (Guido Festinese)