Gli snob del negozio e del sito mi dovranno perdonare per questa enorme debolezza (Gian sa che non è l'unica), ma visto che una delle più importanti caratteristiche del negozio è quella di essere "liberal", e che nessuno dei writer storici ne avrebbe mai fatto accenno, lo farò io, da Fan devoto ed irriducibile...
"questo disco fa schifo, a me piaceva il Vecchio Vasco", oppure il contrario "questo disco e' fantastico, e' tornato il Vecchio Vasco"...ecco: per fare i blasé su un disco di Vasco bisogna fare un commento del genere, anche (e soprattutto) parlando con un 25enne. In realta', personalmente, ho cominciato a seguire il "vecchio Vasco" all'epoca di "cosa succede in citta'", e posso dire che era tutto tranne che un disco indimenticabile (commento difficilmente opinabile anche dai fans più strenui: ricordo tuttavia, la stessa frase già recitata all'epoca da qualche vero fan della prima ora). Ma tentiamo di parlare di "vivere o niente" in maniera neutra: ho aspettato almeno 10 ascolti prima di scriverne per essere il più orientato ed equilibrato possibile. In generale, a mio parere, Il disco e' bellissimo. Sonorità da Vasco "rock" in qualche pezzo ("non sei quella che eri", davvero simile a "delusa" o "vivere senza te"), da Vasco più allegro anche se cinico, tipo "basta poco", in "prendi la strada". Non mancano i pezzi che più piacciono agli "ascoltatori" di ora (badate, non Fans: per questo aggettivo e' necessaria la Passione), un po' desolati ed a cadenza lenta: "non sarò meglio di così" fa parte di questa categoria di pezzi "furbetti" ma assolutamente ascoltabili. E poi...i pezzi forti (per me già "i Capolavori"): eh...già, vivere o niente, vivere non e' facile e l'aquilone (con geniale citazione finale del "Vecchio Vasco" annessa). Eh...già e' una canzone desolata: Vasco fa dei conti sulla sua esistenza, ed "in quattro parole....io sono ancora qua". Per lui e' un pezzo classico: "un senso", "il mondo che vorrei" per citare gli ultimi esempi (tra i capolavori). Canzone che ha introdotto il disco, non e' piaciuta a nessuno..bah! Con un sax da brividi nel mezzo, il pezzo, ascoltato almeno tre volte, risulta fantastico alla quarta...troppo complesso per essere apprezzato quindi. Toglietemelo dalla testa però, sono tre giorni che non canticchio altro "...al diavolo non si vende...". Vivere non e' facile: una canzone che mi e' piaciuta subito (pessimo segno in genere) e che non mi ha ancora fatto cambiare opinione. Anche questa canzone e' amarissima "il fatto più strano e illogico e' che continuo a fare debiti con me" e il messaggio della canzone e' la desolazione per la mancanza di un "complice". Testo da tristezza assoluta, musicalmente ineccepibile, orecchiabile quanto basta e mai ridondante, errore in cui spesso Vasco ricade. Manifesto futurista della nuova umanità: come possa venire in mente un titolo del genere ad un tipo come lui non se lo riesce ad immaginare nessuno. L'argomento e' sempre lo stesso: la difficoltà della vita: "sarebbe meglio non essere mai nato" grida lui. Il pezzo e' trascinante al massimo livello musicalmente, con un ritmo bizzarro che non permette di stare fermi durante l'ascolto....il prossimo singolo ammazzaradio? Ci giurerei, soprattutto visto l'arrivo dell'estate: lo troveremo un ogni jukebox...che dite?!...non esistono più?! Arghhh!!! Vivere o niente. La liberi liberi di questo disco, con meno speranza dentro...Vasco e' davvero amaro e cinico ora: la parola morte non era mai stata accennata prima in alcun contesto e sentirla qui per la prima volta da' l'idea dello stato d'animo del cantante. La canzone finisce con lui che grida "io sto male!!!"...Davvero triste, triste e credibile! Chiudiamo la recensione con il pezzo più allegro: l'aquilone. Ritmo lento all'inizio, che si velocizza progressivamente fino a diventare allegro, a discapito delle parole che recitano "Lo sai che si potrebbe stare sempre appesi all'aquilone a guardare il mondo che si muove,...lo sai che si potrebbe fare senza questa anche di tutta questa scienza che ci fa stare così bene...". Pezzo, sempre a mio parere, grandissimo e comunque di speranza, nonostante tutto il resto del disco affermi il contrario...non vi racconto il finale pero'... Gli altri pezzi li devo ancora valutare del tutto, ma penso possano rientrare in quella categoria di canzoni piacevoli ma di cui si poteva anche fare a meno (Vasco ne ha sempre zeppati i suoi dischi) perché nessuno le ricorderà (su tutte: ambarabaciccicoccò, bolle di sapone, favola antica, io ti accontento, ...e: sfido chiunque a canticchiarle...). A lui, per me, sono sempre bastate due grandi canzoni-capolavoro a disco per farmelo adorare devotamente...me ne ha date quattro questa volta! In sintesi, il disco rientra nei solchi de "il mondo che vorrei" (un capolavoro), piuttosto che dei piu' deludenti due precedenti: triste e cinico al massimo livello, ma dal ritmo che spesso richiama il contrario. Non gli do' il massimo per fare la tara al mio entusiasmo da Fan, ma quasi!! Nota per i discografici: aggiungere l'etichetta "bonus track" ad una canzone presente in tutte le versioni di un disco sembra una presa in giro: sia la versione in vinile che quella in cd la contengono....forse non c'e nella cassetta?? (Michele Minuto)