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JAZZ FUORI TEMA 4 - Tortona – Piazza Arzano (29 giugno -1 luglio)
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Una produzione del festival fortemente voluta da Alberto Bazzurro e decisamente riuscita, visti gli strettissimi tempi di preparazione. Un’idea per riflettere sul significato del viaggio e dell’inesplorato. Tra parti scritte e sezioni improvvisate, che hanno lasciato spazio alla creatività di ciascuno dei componenti, il quartetto si è mosso sulla scia di percorsi artistici riconoscibili: dalla Liberation Music Orchestra a Carla Bley fino al nonetto di Lester Bowie. Ha brillato l’esuberante personalità di Mauro Ottolini alla tuba e soprattutto al trombone. Musicista eclettico, a volte un po’ troppo caricaturale, Ottolini sfoggia un controllo eccezionale e un timbro epitome della storia del jazz sul trombone: da Lawrence Brown a Roswell Rudd con tutti i passaggi intermedi di sorta. In sostanza una specie di Gianluca Petrella più solare e meno intimista: una sorpresa. Il gusto classico, raffinato, anche se non meno spregiudicato, di Massimo De Mattia ai flauti e Denis Biason alla chitarra e al banjo, già protagonisti di un collaudato duo, ha poi fornito il giusto equilibrio e contrasto all’intera tavolozza timbrica del quartetto, che ha terminato il concerto con una sensibile e accorata versione di Azure, tra le molte splendide composizioni di Duke Ellington. Ha poi chiuso il trittico d’appuntamenti la prima mondiale del Borah Bergman (pianoforte) / Stefano Pastor (violino) duo, preludio alla registrazione di un cd per l’italiana Soul Note. Bergman è da tempo uno dei più grandi pianisti del mondo, famoso per la velocità con cui si muove lungo la tastiera e per l’incredibile, quasi mostruosa, indipendenza delle sue mani. Interpreta un free jazz di confine, perché molto influenzato da pianisti “afroamericani” come Lennie Tristano e Cecil Taylor, ma anche dalle avanguardie contemporanee novecentesche. D’altronde, come ha spiegato in un recentissimo articolo Claudio Lugo (musicista, professore, protagonista con i Picchio dal Pozzo di una delle più belle pagine genovesi di musica creativa a 360 gradi), i due mondi, che certamente si parlavano già in precedenza, hanno cominciato a mescolarsi quando, a partire dalla fine degli anni ’60, anche in ambito colto si è cominciato a parlare di improvvisazione.



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