Per la serie, “sfide impossibili tra latitudini temporali diverse”, si propone il seguente quesito: provare a immaginare una session della buon’anima che fu Nick Drake, tutte canzoni nuove, e un ensemble orchestrale diretto da Kip Hanrahan che abbia tutta la superba e sensuale lascivia notturna latin jazz e afro che ricordiamo in certi suoi dischi di qualche anno fa. Il risultato sarebbe questo sroprendente Albore, una quieta cavalcata notturna dipanata in dieci magnifiche tracce che non alzano mai il wattaggio, ma la caratura strumentale sì. Manuel Volpe, iesino non ancora trentenne, bassista, compositore e arrangiatore, ma soprattutto vocalist dalle vellutate risonanze basse s’è messo attorno una compagine allargata, la Rhabdomantic Orchestra, che riunisce alcuni dei migliori talenti jazz della scena torinese. Questo è il risultato, ed è a serio rischio adorazione anche da parte di rockettari esperti ed esigenti. (Guido Festinese)