Dettagli Recensione
Non so se qualcuno abbia mai riflettuto sul fatto che il Signor Neil Young è uno e trino, almeno vocalmente parlando. C'è il Neil Young con la vocina che non invecchia mai tutta miele e gentilezze, insalatina tenera da gustare sotto i denti al primo Harvest. C'è la vocina vociona, che gli serve invece quando scatena la perfetta tempesta elettrica, altro campo dove il Nostro è Forever Young, appunto. E poi c'è una terza voce: un misto fra le due, un agrodolce lievemente ironico ed indispettito, la voce, per intendersi, di Motorcycle Woman, o di Time Fades Away. Questo veniva in mente ascoltando questa ennesima puntata negli sterminati archivi sonori younghiani, per la gioia dei fan “normali”, e la costernazione dei completisti fanatici che s'erano comprati il boxone caro come due barili di petrolio, e pensavano d'aver tremontianamente messo tutto il fieno possibile in cascina. Bene, la terza voce: quella indispettita e agrodolce regna sovrana su queste splendide registrazioni con gli Internatinoal Harvesters, crema della crema tra gli accompagnatori di Young: Ben Keith, Hargus “Pig” Robbins, Rufus Thibodeaux, Spooner Oldham. Che avrebbero meritato ben più che un capitolo d'archivio colto dal vivo, per quanto scintillante. Perché qui, tra l'84 e l'85, siamo in uno strano, cruciale momento nella carriera di Mr. Helpless: diversi dischi alla ricerca di svolte e capriole stilistiche totali ben deludenti, un sospetto ritorno all'ardine con Old Ways che ricercava i fasti di Harvest con, però, un sospetto di confortante e reazionaria acquiescenza alle lusinghe del “traditional” che più traditional non si può. Old Ways c'è, qui, ma trasfigurato in una sorta di possente ruggito country rock, che peraltro non risparmia trattamento vivificante persino a due tracce dell'orrendo Reactor: Motor City e Southern Pacific. Cinque gli inediti, e di eccellenza. Ma che bellezza ascoltare l'iniezione di adrenalina in Are You Ready For The Country.
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