Sono in tre, vengono da un paesino olandese, incidono ad Amsterdam. Maneggiano con bella disinvoltura chitarre, tastiere, percussioni varie, ma il loro punto di forza sono le voci, spesso in alternanza o armonizzate. Sono The Homesick, ora approdati a casa Sub Pop, indizio che la qualità di quanto inciso precedentemente è assodata. Dieci brani, un viaggio che mette in conto un indie pop attraversato da folate psichedeliche d’antan, come se prima di mettersi a registrare i nostri avessero ripassato una collezione di gemme dimenticate dell’Inghilterra di metà anni Sessanta. Però il piglio sicuro, le asimmetrie ritmiche, certi occasionali indurimenti testimoniano che siamo su una solida scia post punk, nutrita anche da apporti ben riconoscibili dagli States. Centro pieno, comunque. (Guido Festinese)