Gli passano per tutti, sono passati anche per lui, i capelli hanno preso abbondanti spruzzate di bianco. La notizia è però che il texano che scrive (splendide) canzoni e, nella scena di Seattle che fu, ottenne stima e riconoscimenti da assai più crudi (punk)rockers è ancora tra noi, ed ha scelto di far base a un oceano di distanza dalla sua terra, a un tiro di fionda da noi. Vive attualmente a Marsiglia, e forse lo spirito libertario, irriverente ed amaro di Jean Claude Izzo gli ha ispirato indirettamente queste memorabili nove tracce che ci raccontano, ancora una volta, storie di un talkin' blues notturno e sapiente, impreziosito da tocchi alla Ry Cooder, inflessioni dylaniane, crepuscoli loureediani: qualcosa che sarebbe piaciuto ai gloriosi Morphine che furono, e all'attuale Tom Waits. Poi uno va a spiluccare nel libretto e scopre invece che ad accompagnare il nostro ci sono gli italianissimi Sacri Cuori, gente che ha una certa appassionata dimestichezza con i torpori e gli afrori rock blues, occasionalmente screziati di capriole d'armonica a bocca e sax baritoni grandi, grossi e gentili. Antonio Gramentieri dei “Cuori” ha prodotto il tutto. Bene. (Guido Festinese)