E’ paradossale dirlo (ma i paradossi anche “cosmici”, sono parte costitutiva di ogni narrazione distopica), ma il secondo decennio degli anni Duemila sarà ricordato dagli amanti dello space rock classico come uno dei momenti più intensi ed ispirati della band space rock per eccellenza, gli Hawkwind. La ciurma dello spazio è cambiata, s’è avvicendata, ha conosciuto abbandoni definitivi e ritorni a sorpresa, ma l’implacabilità nel mantenere un’estetica apparentemente semplice fatta di suoni floydiani e hard rock spietato, elettronica povera e noise, condita con testi sci-fi e notevole attitudine ecologista è un merito assoluto. Blood of The Earth, Onward, Take Me To Your Leader erano ottimi lavori. Ma The Machine Stops è un disco eccellente, e degno di contendere il podio a Warrior On The Edge Of Time, Levitation ed altri capitoli gloriosi di Capitan Brock, sempre alla cloche della navicella, rattoppata ma ancora filante come il Millenium Falcon di Harrison Ford. Qui si mette in musica un racconto di fantascienza dei primi del ‘900 che anticipava largamente tutte le tematiche di Matrix. Chi, se non loro, poteva farlo con classe rock british e cadute libere nei buchi neri del rock? (Guido Festinese)
Rock
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HAWKWIND - The Machine Stops
HAWKWIND - The Machine Stops Hot
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HAWKWIND - The Machine Stops
2016-04-17 14:36:12
Guido Festinese
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