L'inizio è piuttosto frastornante: se riuscite a pensare a una jam session fra Syd Barrett, Graham Nash e Robyn Hitchcock, avrete un'idea di come suona la dolcissima,stralunata, acida Lizelle Djan. E' la canzone iniziale di Good-Bye Lizelle, nuovo lavoro per Mark Olson. Che non è più il solido praticante dell'Americana sferragliante, quell'accademia del rock puro e crudo che si trovava in dischi come Tomorrow The Green Grass dei “suoi” Jayhawks, ma un signore cinquantenne piuttosto stropicciato che ha stretto sodalizio con la folksinger e multistrumentista norvegese Ingunn Ringvold, in arte Sailorine, una tipa tosta. Se n'è andato in giro per il mondo con il suo registratore Nagra, e quando c'era da cogliere l'attimo l'ha colto assieme alla sua bella Ingunn, e con aiuto di chi c'era in giro via ai nastri. Strano disco, si diceva: o meglio, stranito. Come un vecchio padellone in vinile della Incredible String Band. Con canzoni perfettamente riuscite, ed al contempo vischiosamente sfuggenti. Che fascino, però. (Guido Festinese)