Una carriera tutta in crescendo, quella di Annie Erin Clark/St. Vincent, che dalle collaborazioni con The Polyphonic Spree e Sufjan Stevens è passata in pochi anni a Love This Giant con David Byrne; e che con l'omonimo St. Vincent arriva oggi al suo quarto e di gran lunga miglior lavoro. St. Vincent è un disco che trova pochi paragoni nel panorama attuale, ma che può vantare padrini importanti: le chitarre dell'iniziale Rattlesnake avrebbero figurato bene su Scary Monsters (David Bowie, ovviamente), la successiva Birth In Reverse rinvia ai Talking Heads più frenetici, mentre la terza Prince Johnny è una canzone a tutto tondo, con strofe, bridge e ritornello perfetti. Aggiungete arrangiamenti impressonanti (ascoltare il singolo Digital Witness) e avrete un disco che farà contenti gli orfani di LCD Soundsystem, nonché di una tradizione art-rock ch'era intelligente senza mai risultare noiosa. (Marina Montesano)