Difficile sostenere che Mark Lanegan non sia un bravo interprete, mentre le sue ultime prove come compositore sono parse un po' spente. Benvenuta allora l'idea di dedicare un intero disco alla rivisitazione di composizioni altrui: Lanegan ha affermato di aver voluto, con Imitations, ripercorrere la colonna sonora della sua infanzia; e a questo capitolo appartengono canzoni come Pretty Colors, cantata da Frank Sinatra, She's Gone, Solitaire, Autumn Leaves, traduzione dell'originale francese Les Feullies Mortes. Ci sono poi composizioni di autori con i quali Lanegan può sentire delle affinità anche generazionali: la Brompton Oratory di Nick Cave, la Deepest Shade dell'amico Greg Dulli e la I'm Not The Loving Kind Di John Cale; e c'è anche spazio per la cover di una giovane musicista americana, Chelsea Wolfe con la sua bella Flatlands. Uniche cadute, in un disco di spessore, una Mack The Knife piuttosto superflua rispetto alle infinite versioni che se ne conoscono, e una Elégie Funèbre il cui francese massacrato risulta difficilmente ascoltabile. Il resto è ben eseguito e interpretato alla perfezione. E chissà che, sulla scorta di queste Imitations, Mark Lanegan non recuperi un po' della sua passata ispirazione. (Marina Montesano)