I Beach House rappresentano bene il prototipo di gruppo indipendente ma non troppo di inizio millennio. Due dischi all’attivo, un seguito discreto che mischia corsi e ricorsi della moda e genuina affezione, un’impronta sonora che rimanda a classici dimessi e laterali (Mazzy Star, Velvet Underground) piuttosto che ai soliti notissimi. Teen Dream è il disco della maturazione per il duo (Victoria, perlopiù voce, Alex, perlopiù suoni), o almeno così pare. La scrittura si diversifica un pochino, gli arrangiamenti si arricchiscono di sfumature. Nonostante ciò, la loro rimane musica sonica, prima che melodica: tastiere, chitarre e batterie (elettroniche) disegnano panorami eterei e avvolgenti, la voce guida i versi attraverso le canzoni, i ritornelli veri e propri latitano. Se sia un’evoluzione definitiva o solo un bel disco in cui perdersi, lo dirà il tempo. (Marco Sideri)
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