Quarant’anni, fa il 1979. Quando morva Demetrio Stratos. A Genova erano tempi amari, un risveglio crudo dagli anni dei movimenti che portava una dote acida come i fumetti e le figure di Andrea Pazienza: l’eroina che tramutava in incubi narcolettici le frenesie vitalistiche precedenti, l’avvio verso gli anni del riflusso. La musica fece, come di consueto, da termometro e sismografo sensibile di quegli anni: la spallata del punk a sfogare una voglia di rompere le nuove gabbie senza più il confronto degli ideali, la dark wave e il synth pop che testimoniavano un disagio colorato di scie livide. Nel ’79 Pivio fonda con Marco odino gli Scortilla, indimenticabile band sempre pronta a tirare graffi cattivi e intelligenti sui pentagrammi, un suono tutto da riascoltare anche oggi.
Marco Odino c’è anche oggi, a dare una mano in tre testi a Pivio che con questo “Mute” riesce nel miracolo di ridar vita, pulsazione e grandeur a quella musica senza revivalismi stolidi. Mute è un concept in cui i dieci comandamenti subiscono torsioni cupe e claustrofobiche, sottolineate dall’incedere solenne delle ritmiche, dalla gran voce di Pivio, dalle chitarre trattate. C’è anche una cover di Night Shift, pregiata ditta Siouxsie and the Banshees, e tutto torna. (Guido Festinese)