Qualche anno di lavoro, ed alla fine un grande esito, uno di quei dischi importanti che marcano stretto un periodo e si fanno ricordare. Xena Tango va a concludere la sostanziosa trilogia di dischi di Roberta Alloisio dedicati a Genova di ieri, di oggi e, chissà, forse anche di domani, iniziata con Lengua Serpentina, proseguita con Janua. Se il focus delle prime due opere era una sorta di pendolo cronologico tra un passato genovese da “superba” e un presente fatto di urgente mediterraneità tornata cronaca (anche drammatica), Xena Tango va a indagare quanto c'entri Genova e la banda dei liguri in trasferta forzata, a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, nelle Terre d'America Latina dove cercarono e trovarono scampo a una miseria fattasi cupa. L'Uruguay, il Cile, l'Argentina infinita, soprattutto. E Buenos Aires, dove i genovesi in pratica resero un quartiere intero, la Boca, frammento di Zena a distanza di un oceano. Impastando ricordi e nostalgie nel cuore malleabile di una musica che aveva radici afroamericane, ma che come tutte le musiche afroamericane seppe accogliere tanta Europa. Il Tango. Alloisio ha inventato con Luis Bacalov e Walter Ríos un percorso tanghero inedito e splendido, tra Bindi e Gardel, Mario Cappello e Vittorio De Scalzi e Ivano Fossati. Ascoltare per credere. E per capire che Tango è una parola singolare con valore plurale. Per tutti. Disponibile anche in versione con libro accluso. (Guido Festinese)