Un tipo “stundaio”, in genovese, è uno un po' bizzarro, imprevedibile, spesso tutt'altro che privo di ingegno, ma che bisogna saper prendere. I Liguriani scelgono proprio quell'aggettivo per definirsi, e ci sta tutto: in fin dei conti, a rovesciare un assunto spesso considerato incontrovertibile, il “folk ligure” della band è tutt'altro che vacua ripetizione di un formulario tradizionale. E perfino l'assetto strumentale, magnificamente assestato sui flauti di Michel Balatti, voce violino e percussioni di Fabio Viale, la chitarra di Claudio De Angeli, organetto e mandolino di Filippo Gambetta, le cornamuse di Fabio Rinaudo, è un insieme di timbri funzionale, ma parecchio azzardato. Sta di fatto che i Nostri “stundai” al secondo disco, e dopo aver macinato qualche migliaio di chilometri in tour in giro per l'Europa, tornano con un lavoro filante e sontuoso, tanto semplice e coinvolgente all'ascolto(tante, tante danze gioiose) quanto meditato, nell'equilibrio perfetto tra “tradizione” e “composizione”. E ben suonato, soprattutto. Ospite Stefano Valla, il pifferaio magico delle Quattro Province. Altro gran “stundaio”. (Guido Festinese)