Un fantasma (doppio) si aggira tra i solchi e le tracce di questo nuovo splendido disco del chitarrista norvegese Terje Rypdal: se fate caso alla cronologia, noterete subito che questo disco esce esattamente nel cinquantesimo anniversario della scomparsa di Jimi Hendrix, il musicista di cui Rypdal è stato ed è una sorta di erede diretto e indiretto. Diretto, perché quando “apre” il il suono della sua sei corde elettrica, il richiamo è evidente, indiretto, perché come sappiamo da una carriera che ormai passa il mezzo secolo molti altri affluenti musicali convergono nella musica di Rypdal: il camerismo europeo novecentesco, la lezione di Morricone, il jazz più etereo, severo e “nordico”, com'è facile immaginare, il rock asimmetrico e ad al contempo razionale come lo intende Robert Fripp dei King Crimson. L'altro fantasma di cui si diceva, qui, è musicista ben vivo, e sempre tenuto in gran conto da Rypdal: John McLaughlin. Si colgono spesso echi della gloriosa Mahavishnu Orchestra nelle composizioni del norvegese. Ciò premesso, Conspiracy è un disco memorabile già al primo ascolto. Dove vale la pena di segnalare almeno il brano che intitola, pura ustionante fiamma hendrixiana, e By His Lonesome, una delle più belle ballad ascoltate di recente. (Guido Festinese)