Si susseguono a cadenza annuale le uscite discografiche sui “live”del formidabile E.S.T. guidato dal pianista Esbjörn Svensson, scomparso tragicamente undici anni fa in un’immersione. Qualcuno potrà interpretare il tutto come mera speculazione, ma sta di fatto che la musica del trio attraversò tali e tante fasi di palpitante creatività, approdando alla fine a una sorta di riuscita costruzione sonora tra jazz e art rock, su tutto l’ombra lunga dei Radiohead, che pubblicazioni come questa riescono a compensare, almeno in parte, l’assenza. Qui siamo nell’ottobre del 2001, ancora lontane le avventure con l’elettronica, e l’interplay tra il leader, assai evansiano nel tocco fluido e perfetto, Dan Berglund al basso e Magnus Öström alla batteria è stupefacente. (Guido Festinese)